Honda richiama ulteriori 20 milioni di airbag difettosi.
9 Maggio 2016 da dagata
Honda richiama ulteriori 20 milioni di airbag difettosi. Takata in crisi per far fronte ai richiami dei componenti che ormai hanno assunto dimensioni record
Honda Motor sta per richiamare a livello globale ulteriori 20 milioni di airbag Takata, in uno scandalo allargato che ha portato al più grande richiamo volontario nella storia degli Stati Uniti. Con sede a Tokyo, Takata che detiene il 20% del mercato mondiale degli airbag, sta lottando per far fronte ad un difetto il cui gas propellente si deteriora e l’airbag scoppia quando non deve. I numeri sono impietosi: dieci case automobilistiche coinvolte, BMW, Chrysler, Ford, General Motors, Honda, Mazda, Mitsubishi, Nissan, Subaru e Toyota, oltre cinquanta milioni di veicoli richiamati dal 2008,di cui 13,4 milioni marchiati Honda e almeno otto decessi causati dai componenti difettosi. La Nhtsa, l’agenzia per la sicurezza stradale americana ordinano alla Honda, insieme ad altre case automobilistiche, ha già ordinato di richiamare tutte le unità che hanno un composto di nitrato a cui non è stato aggiunto un agente essiccante per renderlo più stabile. Il difetto, infatti, è nel deterioramento del gas propellente, cioè quello che serve per gonfiare l’airbag dopo l’attivazione della carica esplosiva comandata dai sensori. La casa automobilistica giapponese ha ora intenzione di ampliare le aree geografiche per il ritiro in Asia, Oceania, America Latina ed Europa e quindi anche in Italia, che costringerà l’azienda a richiamare, a livello mondiale, altri 20 milioni di airbag o di più, portando il numero totale a più di 50 milioni Lo ha annunciato oggi domenica 8 maggio il quotidiano giapponese Nikkei. Il costo aggiuntivo è stimato intorno ai 200 miliardi di yen (1,87 miliardi di dollari). Honda, inoltre Mercoledì, ha annunciato che in Malesia altre due persone erano morte in incidenti legati agli airbag made Takata. La maggior parte dei decessi sono stati negli Stati Uniti. I nuovi richiami evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, si concentrano su airbag che non hanno l’agente di essiccazione. La conseguenza è che il sistema si potrebbe attivare quando non richiesto, causando la perdita di controllo del veicolo.
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