Salame “Rügenwalder Teewurst grob” ritirato dal mercato: contaminazione da Escherichia coli. Allarme in Europa
13 Febbraio 2016 da dagata
Salame “Rügenwalder Teewurst grob” ritirato dal mercato: contaminazione da Escherichia coli. Allarme in Europa per il ritiro dal mercato del Salame RÜGENWALDER per contaminazione da Escherichia coli produttore di verocitotossina (VTEC). Lo segnala oggi l’Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco
Un lotto del salame “Rügenwalder Teewurst grob” è stato ritirato dal mercato in Germania perchè dalle analisi effettuate è risultato contaminato da Escherichia coli, il tremendo batterio-killer, già protagonista lo scorso anno di un’epidemia nei prodotti agricoli tedeschi. Va sottolineato che il ritiro è stato disposto dalla stessa Azienda proprietaria del marchio “Il mulino di Rügenwalder” e in particolare, è stato ritirato dai supermercati tedeschi il seguente lotto: n° 630102, salsiccia grossa in confezione da 167 grammi, data di scadenza minima 09.03.2016. Ma l’allarme riguarda molti paesi europei nei quali il salame viene distribuito. A comunicarlo sabato 6 febbraio l’Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco che è molto chiaro e non lascia spazio a dubbi. Nel salame prima del consumo sono state trovate tracce di Escherichia Coli produttore di verocitotossina (VTEC). Questo ceppo di E. coli rappresenta un rischio per la salute umana e comprende quei ceppi in grado di produrre tossine. Tali ceppi sono denominati STEC/VTEC (E.Coli produttore della tossina Shiga o verotossina) oppure EHEC (E.Coli enteroemorragico) e le tossine da essi prodotte possono provocare la diarrea emorragica e la sindrome emolitico-uremica (SEU) che è una grave complicanza medica che può insorgere nei pazienti affetti da anemia emolitica (causata da una distruzione anomala dei globuli rossi) e da trombocitopenia (diminuzione del numero di piastrine coinvolte nella coagulazione del sangue), provocando in tal modo diarree emorragiche gravi. La SEU si associa a una forma grave di insufficienza renale acuta, che spesso richiede cure intensive. Una grave complicazione che può portare alla morte. L’infezione da STEC si trasmette prevalentemente attraverso il consumo o la manipolazione di cibi contaminati e attraverso il contatto con animali infetti. Il cibo può essere contaminato anche nel caso in cui venga manipolato da persone infette. L’ulteriore trasmissione da persona a persona è possibile in caso di stretto contatto (in ambito familiare, nei centri di assistenza all’infanzia, nelle case di cura, ecc.). Per provocare l’infezione nel genere umano è sufficiente un numero molto esiguo di batteri STEC. Per tale ragione, poichè già in passato un esteso focolaio infettivo di E. coli che ha causato diversi morti e almeno 500 ricoveri in Ospedale, ha colpito la Germania e la Francia nella primavera e nell’estate del 2011, la segnalazione è stata diffusa anche attraverso il sistema di allerta europeo. Questo vuol dire che tutti i Paesi interessati hanno ricevuto la notizia e si sono attivarti immediatamente per verificare che il produttore abbia ritirato il salame dagli scaffali di tutti i punti vendita, informando i consumatori. Anche se il focolaio di Escherichia coli O104:H4 STEC/VTEC è stato affrontato con successo, rimangono significative le sfide scientifiche. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rilanciando l’allerta riportata dal portale del governo tedesco su Lebensmittelwarnung.de, invita i consumatori di astenersi dall’acquisto del salame interessato invitando chi lo ha già effettuato a non utilizzare il prodotto e a riconsegnarlo al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione. Per evitare futuri problemi, aziende ed autorità non possono dare per scontato che i prodotti alimentari siano tutti e sempre sicuri; servono verifiche sul campo approfondite, sui processi e sui controlli, in laboratorio e a tavolino. Sono episodi del tutto evitabili, se si procede nella maniera giusta. L’altra cosa da ribadire è che i salumi tedeschi non coinvolti si possono mangiare con serenità.
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