Focolaio di Shighellosi tra i rifugiati nell’Unione europea
10 Dicembre 2015 da dagata
Focolaio di Shighellosi tra i rifugiati nell’Unione europea
Più di 80 casi di shigellosi sono stati diagnosticati tra i rifugiati in paesi dell’UE tra luglio e novembre di quest’anno. Questi paesi sono Austria, Grecia, Germania, Olanda, Finlandia e Svezia. L’infezione della shighellosi tra i rifugiati non è inaspettata, poichè la malattia è endemica nei paesi di origine da dove le persone stanno fuggendo, così come in alcuni dei paesi attraversati durante il viaggo. Il rischio in Europa per la popolazione in generale rimane basso. La trasmissione della shighellosi spesso avviene per via fecale-orale. La trasmissione personale di Shigella è efficace in condizioni di sovraffollamento, dove è più difficile mantenere una buona igiene personale. Pertanto, i rifugiati possono essere vulnerabili ad un’infezione di Shigella poichè l’igiene personale è difficile da mantenere durante il viaggio, anche perchè spesso incontrano sovraffollamento durante il loro viaggio e presso le strutture di accoglienza. La più frequente manifestazione clinica dell’infezione è la comparsa di diarrea acquosa, crampi addominali, febbricola, nausea e malessere. Poiché Shigella si ben adatta alle basse temperature la trasmissione può verificarsi anche nei mesi più freddi dell’anno. E’ improbabile che il numero di casi di shigellosi tra i rifugiati possa diminuire nei prossimi mesi. Il rischio per la popolazione in generale in Europa di essere colpiti da singoli casi o focolai di shighellosi svilupattosi tra la popolazione dei rifugiati rimane basso, poiché i fattori che contribuiscono alla trasmissione sono l’igiene compromessa, sovraffollamento e limitato accesso all’acqua potabile che sono specifici per alcune strutture di accoglienza dei rifugiati. Tuttavia, anche in Italia, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli addetti alle pulizie delle strutture di hosting per i rifugiati in arrivo, insieme con gli altri operatori e volontari, dovrebbero essere considerati a rischio di una potenziale contagiosità di shighellosi. Il manifestarsi di questa malattia può determinare l’insorgenza di episodi epidemici di notevole gravità.
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