Milano Art Gallery: intervista a Giuseppe Oliva in occasione della mostra Fiera Arte Padova 2015
19 Novembre 2015 da ufficiostampa
1) Abbiamo avuto notizia, che prenderà parte alla rinomata Fiera di Arte Padova; come si è creata questa occasione espositiva?
L’occasione, come ho avuto modo di sottolineare in altre interviste, nasce sicuramente dall’interesse che da qualche anno la Milano Art Gallery ha manifestato nei confronti della mia produzione artistica ed in particolare dal suo titolare Salvo Nugnes, che ha avuto e continua ad avere fiducia in me, attratto dai miei azzurri e dalle mie geometrie cromatiche. Proprio grazie a lui ho esposto le mie opere in questi ultimi anni a Padova, a Venezia, a Possagno e a Milano presso la sua Galleria, a Spoleto, per cui non posso che ringraziarlo pubblicamente.
2) Ha già preso parte a questa importante manifestazione di settore? Quando?
No, non è la prima volta. Ho già partecipato alla manifestazione nel 2012 e nel 2014, e sono eventi che mi rimarranno nel cuore e che difficilmente potrò dimenticare, perché hanno contribuito a farmi conoscere, ma soprattutto perché mi hanno dato la consapevolezza che in effetti qualcosa stava cambiando, ed in effetti in questi tre anni qualcosa è effettivamente successo.
3) Quali quadri porterà in mostra e quali tematiche seguono?
Esporrò a 5 opere e precisamente:
Luci ed ombre del mattino
Cromatismi materici
Danza di riflessi
Luci del mattino
Oltre
Sono tutte opere realizzate a spatola, in cui fondamentale è la presenza del colore, ma soprattutto la materia ed il movimento con cui viene stesa sulla tela. Si tratta di una tecnica che è in grado di dare risalto al particolare che, di volta in volta, voglio mettere a fuoco.
La tematica, che ormai coltivo e su cui sto lavorando da tre anni, è sicuramente la ricerca dell’infinito, della molteplicità di cose, che altro non sono che momenti, se non addirittura istanti della mia vita, da cui promanano le mie più profonde emozioni, condensate all’interno di una parte infinitesimale di quel tutto, e cioè di un particolare, come una sorta di ingrandimento portato all’esasperazione, nel tentativo di entrarvi dentro in modo sempre più prepotente, e riappropriarmi di quella realtà, che altro non è che la mia vita, il mio passato, i miei più intensi e significativi ricordi.
Parallelamente alla ricerca dell’infinito attraverso il “mio” particolare, ultimamente, ho cercato, anche di trasferire sulla tela il concetto della “realtà distorta”, per dare in prima battuta al sottoscritto ed immediatamente dopo allo spettatore, la possibilità di andare “oltre”, di superare quella barriera, quel “muro” che, in alcuni casi, ci divide, alle volte in modo impercettibile, dalla realtà circostante, andare oltre cioè per superare ogni ostacolo, andare oltre per conoscere meglio noi stessi e sicuramente gli altri.
Macrofotografie di riflessi che rappresentano un vero e proprio inno alla vita, e cioè un modo per scoprire meglio e in modo sempre più profondo la realtà in tutte le sue più variegate sfaccettature. Andare oltre, rimanendo però attaccati alla realtà, al proprio presente, consapevoli che ogni geometria cromatica, che la natura ci offre, altro non è che l’espressione poetica della nostra quotidianità, un modo per entrare sempre più prepotentemente dentro la realtà stessa e conoscerla sempre di più nei suoi meandri più reconditi: una trasfigurazione del reale che esalta la realtà.
4) Ci racconta, come si è evoluto nell’ultimo periodo il suo stile espressivo e quale ricerca sta seguendo?
È stata una evoluzione graduale, ma netta, che si è sviluppata spontaneamente senza alcuna forzatura. Tutto nasce tre anni subito dopo la chiusura di una mia personale a Varese, l’interesse ed i giudizi positivi, mi hanno in qualche modo messo davanti ad un bivio, ed alla fine la mia scelta l’ho fatta, ho abbandonato completamente la forma, nel tentativo di cercare di trasmettere le mie emozioni sulla tela soltanto attraverso il colore, la intensità della materia e l’energia del movimento, in modo da porre lo spettatore in una posizione non più passiva, quale semplice destinatario delle emozioni dell’artista, ma di assoluta e diretta interazione con l’opera stessa, fornendogli gli strumenti per andare oltre e far emergere le “sue” più profonde emozioni, quali attimi ed istanti della sua vita.
5) Nella sua visione di artista, cosa pensa in generale dell’arte moderna e contemporanea?
L’arte è senza dubbio uno strumento di comunicazione e di divulgazione di idee, concetti e cultura inserito all’interno di un contesto sociale, in grado influire concretamente ed in modo determinante sullo sviluppo e sull’evoluzione dell’intera società.
Sulla base di questa considerazione l’arte non può che essere definita, a mio avviso, come il mezzo attraverso il quale da una parte l’artista cerca di dare un senso alle sue emozioni , frutto delle sue esperienze personali, traducendole in un linguaggio strettamente personale, in poche parole una sorta di messaggio , con lo scopo di proporre attraverso la sua creatività una sua interpretazione del mondo reale, e dall’altra l’osservatore, parte integrante del contesto sociale, che attraverso l’arte diventa destinatario e fruitore delle intenzioni dell’artista, e che contribuiscono alla sua crescita ed alla evoluzione della società nel suo complesso.
In poche parole l’arte è sicuramente uno stimolo alla riflessione, al confronto all’innovazione, al cambiamento. Una società in cui l’arte sia presente in modo massiccio e trasversale, è sicuramente una società viva culturalmente capace di capire la propria storia , ma anche e soprattutto capace di proiettarsi meglio verso il futuro.
6) Quanto conta la creatività nella vita? È una dote innata o può essere sviluppata e coltivata nel tempo?
La creatività è sicuramente una delle componenti fondamentali della nostra vita, che in qualche modo scandisce il nostro divenire, il desiderio, se non addirittura l’esigenza di andare avanti e di dare un senso alla nostra quotidianità. Creatività significa porsi nei confronti del mondo intero in modo positivo e propositivo, con la consapevolezza di rendere più bella la vita di ciascuno di noi. La creatività, a mio avviso, è di tutti, e chiunque chi più e chi meno ha una sua visione del mondo e della vita, con l’unico limite che riesce a materializzarsi in qualche modo soltanto in presenza di una grande dose di sensibilità, che difficilmente può essere coltivata, si tratta di una componente che fa parte integrante del DNA di ciascuno di noi.
7) Come si può inculcare nelle generazioni più giovani l’amore per l’arte e il desiderio di fare arte?
Come dicevo prima , l’arte è e deve essere il mezzo attraverso il quale si va verso il futuro, come un vero e proprio specchio del tempo, che ci permette di conoscere la nostra storia, il nostro passato, ma con un occhio ai cambiamenti ed alle evoluzioni, frutto della creatività di una società in un determinato momento storico. Per cui è sicuramente importante che i giovani si avvicino all’arte, perché significa appropriarsi della storia ed affrontare il futuro con una sensibilità diversa ed una voglia di cambiamento non indifferente. In che modo? Sicuramente attraverso la scuola, le famiglie e la costante divulgazione dell’arte con eventi simili a questo, ed inculcare loro sin dalle prime classi lo straordinario amore per l’arte e la straordinaria e fantastica possibilità di trasmettere attraverso l’arte le proprie emozioni e rendersi protagonisti attraverso la loro personale creatività del cambiamento della società. E’, a mio avviso, un lavoro complesso e nel contempo molto impegnativo, che ha lo scopo e la finalità di agire direttamente sulla sensibilità di ciascuno, nel tentativo di coltivarla e farla emergere in tutte la sue più variegate sfaccettature.
8) Se le chiedessero, di individuare un’opera in particolare, che preferisce tra le sue più recenti, quale sceglierebbe e perché?
È difficile rispondere a questa domanda, come ogni artista, tutte le mie opere sono delle mie creature, nate quale risultanza delle mie emozioni di un determinato momento, se non addirittura di un semplice istante. Dovendo, comunque, rispondere dico che il quadro a cui sono più affezionato è proprio l’ultimo della serie “Oltre”, che in qualche modo riassume la mia attuale ricerca e cioè la voglia di porre in prima battuta al sottoscritto ed in un secondo momento allo stesso spettatore, all’atto della sua osservazione, la possibilità di andare oltre, di superare il “visibile”, e cercare di vedere con gli occhi della propria anima, ciò che può esserci oltre il reale, e rivivere attimi o istanti della propria vita, da cui inevitabilmente scaturiscono le nostre emozioni più profonde, per cercare di affrontare più consapevoli il proprio futuro.
“Oltre”, una parola per me piena di grande significato e ricchezza, quale stimolo continuo e costante ad andare avanti e cercare di realizzare sempre nuovi obiettivi.
9) Se dovesse fare un bilancio simbolico di fine anno sul suo percorso artistico, si considera soddisfatto?
Si sono veramente soddisfatto, il 2015 è stato un anno fantastico sia per tutte le mostre cui ho partecipato, ma soprattutto per la rinnovata consapevolezza che il mio messaggio è stato apprezzato da tantissime persone, e questo per un artista ritengo sia la soddisfazione più grande, acquisire, cioè la certezza che i tuoi colori in qualche modo siano realmente riusciti a creare in ciascun osservatore le condizioni per far emergere in ciascuno di loro le emozioni più profonde. Si tratta di una consapevolezza, che in qualche modo i ha dato sicuramente maggiore fiducia nei miei mezzi e nel contempo la voglia di continuare nella sperimentazione e cercare di trovare nei colori, nel movimento e nella materia i presupposti fondamentali per trasferire sulla tela le mie emozioni ed il mio pensiero.
Inserito in Varie | Nessun Commento »