Cibo contaminato con idrocarburi. Dopo la carne rossa, l’imballaggio degli alimenti come riso e pasta è nocivo
19 Novembre 2015 da dagata
Cibo contaminato con idrocarburi. Dopo la carne rossa, l’imballaggio degli alimenti come riso e pasta è nocivo. Lo dice uno studio condotto dall’ ONG Foodwatch, secondo cui molti alimenti di base contengono idrocarburi. I principali responsabili potrebbero essere le confezioni e invita le autorità per imporre nuove regole. Si vigili sul territorio nazionale
In questi giorni è difficile mangiare senza mostrare troppa diffidenza. Dopo il rapporto choc dell’OMS che classifica alcune carni come cancerogene, l’ONG Foodwatch ha pubblicato uno studio che, anche, fa rabbrividire. Secondo l’organizzazione dei consumatori, molti alimenti di base sono contaminati da idrocarburi. Secondo lo studio condotto da Foodwatch in Francia, quasi la metà dei 120 prodotti di riso e pasta testati in laboratorio contengono idrocarburi aromatici di olio minerale. I prodotti sottoposti alle prove sono consumati quotidianamente dagli europei francesi: riso, pasta, cereali … E la Francia non è da meno in questo studio. “Sei su dieci prodotti testati acquistati in Francia presentano un rischio cancerogeno”, ha riferito l’organizzazione di difesa dei consumatori. Il principale responsabile dell’imballaggio? Nel suo studio, Foodwatch sottolinea che gli idrocarburi aromatici oli minerali possono essere contaminati nella catena alimentare durante la produzione o durante la conservazione. Ma i principali responsabili potrebbero essere le confezioni. “L’ imballaggio con fibre riciclate presentano un rischio per la salute reale se gli alimenti non sono adeguatamente protetti”, dice lo studio. “Questo problema è noto ai produttori, politici ed esperti da molti anni”, ha dichiarato un funzionario di Foodwatch sulla stampa francese. “Ma né la Francia né l’Unione europea hanno emanato una legge a tutela dei consumatori. Le soluzioni esistono per impedire la migrazione di sostanze tossiche nel nostro cibo”. Per cercare di sensibilizzare le istituzioni su questo tema, l’associazione Foodwatch ha deciso di avviare una petizione. Alla luce di tale notizia, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile da parte delle autorità sanitarie ma anche dei NAS dei carabinieri, un’indagine a campione sul territorio al fine di verificare l’utilizzo corretto di confezioni per gli alimenti. Per esempio nel cartone riciclato anche della pizza, infatti, non è raro trovare tracce di piombo, ftalati e altre sostanze tossiche.
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