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Un caso di difterite in Spagna evidenzia la carenza di antitossina nell’UE

6 Luglio 2015 da dagata

Un caso di difterite in Spagna evidenzia la carenza di antitossina nell’UE

 

Un caso di difterite in Spagna potrebbe evidenziare diversi problemi relazionati alla difterite in Europa: ci sono bambini non vaccinati e potenziali ritardi nelle conferme cliniche di laboratorio e di riconoscimento della malattia. La più urgente è la mancanza o accesso limitato all’antitossina difterica (DAT), che costituisce il normale trattamento richiesto contro batteri tossigeni.

La lotta contro la difterite nell’UE e le preoccupazioni della sanità pubblica sono state considerate in una nuova recente valutazione rapida del rischio da parte delle autorità sanitarie europee. A meno che gli operatori sanitari nell’UE non avranno accesso immediato alla DAT, c’è un rischio che pazienti con difterite tossigena non riceveranno il trattamento adeguato abbastanza presto per poter ottimizzarne il relativo impatto.

Il trattamento con DAT avviato entro 48 ore dopo l’inizio dei sintomi tossici sistemici ha un impatto limitato anche se la DAT, è necessaria in qualsiasi stadio della malattia. Di conseguenza, adeguate quantità di DAT sono essenziali a livello nazionale o regionale per la gestione medica dei casi sospetti e confermati in laboratorio. La scarsità di DAT è dovuta al declino significativo nell’incidenza della malattia dopo l’introduzione della vaccinazione di massa in Europa, il declino associato del rischio percepito della difterite e le difficoltà nell’ottenere DAT di qualità adeguata.

Un inventario dei prodotti DAT disponibili in tutto il mondo, quindi, sarebbe vantaggioso per gli Stati membri. Un’altra opzione è di valutare la necessità di aggiudicazione congiunta di prodotti DAT per essere utilizzato in caso di emergenza. Il caso di difterite in Spagna attualmente non rappresenta una seria minaccia transfrontaliera per la salute nell’UE.

Nel 2013, erano stati segnalati 31 casi di difterite in sette paesi dell’UE. Dei 31 casi confermati, 19 casi sono stati causati da Corynebacterium diphtheriae. La Lettonia ha segnalato il maggior numero di casi (14) ed è per ora l’unico paese che ha evidenziato casi indigeni, i casi rimanenti sono stati segnalati come importati. La difterite causata da c. ulcerans rappresentava 12 casi.

La difterite è una malattia è una malattia batterica acuta e contagiosa coinvolge soprattutto l’apparato respiratorio infettando principalmente la faringe, laringe, le tonsille e il naso. Viene trasmessa per contatto diretto con una persona infetta o, più raramente, con oggetti contaminati da secrezioni delle lesioni di un paziente. In passato, anche il latte non pastorizzato ha rappresentato un veicolo di infezione. L’infezione può causare malattie gravi e in alcuni casi morte. Ritardi nel riconoscimento dei sintomi possono causare difficoltà di accesso ai sistemi diagnostici della malattia. Ciò può portare a problemi nel fornire trattamento tempestivo ed adeguato.

A tutti i bambini nei paesi UE e See è offerta la vaccinazione contro la difterite in una pianificazione di due o tre dosi durante il primo anno di vita e successivamente durante l’infanzia e l’adolescenza. La copertura di vaccinazione segnalata tra i bambini nell’UE/SEE è pari a più del 95 % , tuttavia, ci sono gruppi di persone che non sono vaccinati per ragioni filosofiche o religiose o gruppi di popolazione sotto-assistiti.

Attualmente, i vaccini contro la difterite sono disponibili in combinazione con uno o più antigeni compreso il tetano, pertosse, poliomielite, Haemophilus influenzae tipo b e l’epatite b.

Ovviamente non c’è da allarmarsi, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Ma le autorità sanitarie europee non possono permettersi di abbassare la guardia in periodi di grandi migrazioni come quelli che stiamo vivendo, nei quali migliaia di persone che provengono da paesi in cui non viene effettuata la vaccinazione di massa possono veicolare malattie che pensavamo dimenticate e per le quali è sempre opportuno essere pronti a combatterle con i farmaci adeguati.

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