Agenzia immobiliare Roma: rivoluzione nei valori catastali
6 Luglio 2015 da dalila.sansoni
L’associazione nazionale degli agenti immobiliari negli USA rivela che il 90% dei potenziali compratori di case, iniziano la loro ricerca attraverso internet, come ormai accade per buona parte in ogni settore lavorativo. Forse queste percentuali sono più adatte al mercato immobiliare americano, ma fatto sta che c’è un lieve miglioramento nella compravendita di case e immobili in Italia e nelle grandi città come Roma. Tale incremento viene quasi sempre erroneamente interpretato come una drastica ripresa del mondo immobiliare, ma la realtà è alquanto diversa. Se negli ultimi anni qualcuno prende la decisione finale di comprare una casa, è a causa del fatto che il prezzo delle case è diminuito rispetto alla media di diversi anni fa. Ecco perché non è possibile parlare di una vera ripresa immobiliare nel vero senso del termine.
Un evento però potrebbe rimescolare nuovamente le carte in tavola, ovvero stiamo parlando della recente revisione delle classi catastali che ha fornito ai singoli comuni, la possibilità di chiedere l’intervento dell’Agenzia delle Entrate o di condurre in totale autonomia le proprie indagini, in fatto di valore catastale e reale valore di mercato degli immobili. Alla fine di quest’indagine durata ben tre anni, si è venuto a capo di un dato abbastanza prevedibile: buona parte dei proprietari di immobili nel centro città, vivono in abitazioni la cui rendita catastale non è assolutamente congrua con il reale valore di mercato. E questo difetto ha permesso loro di pagare – durante tutti questi anni – tasse decisamente inferiori rispetto ad altri cittadini che vivono magari in quartieri di periferia dove gli immobili sono notoriamente etichettati come di scarso valore, rispetto ad altre zone più centrali, come può essere il centro di Roma.
Questo fatto darà un bel po’ da fare agli agenti immobiliari di tutte le città, che siano grandi o meno, per esempio un’agenzia immobiliare di Roma che ha a che fare con Piazza di Spagna dovrà tenere in conto che il 33% delle case in quel quartiere erano accatastati come “case popolari” e di queste solo il 2% era considerato “abitazione di lusso”, un vero paradosso.
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