Grande successo per l’inaugurazione della mostra pittorica dell’artista supportato da Renzo Rosso, Toni Zarpellon, organizzata dal manager Salvo Nugnes alla Milano Art Gallery
28 Aprile 2015 da ufficiostampa
Un nutrito pubblico ha presenziato alla recente inaugurazione della mostra “Il fiore dell’arte” del maestro Toni Zarpellon, che si è tenuta il 10 aprile all’interno del rinomato spazio della Milano Art Gallery, in via Alessi 11 a Milano. L’evento e’ organizzato dal manager della cultura Salvo Nugnes, presidente dell’associazione “Spoleto Arte”. L’esposizione resterà allestita fino al 27 aprile 2015 ed è incentrata sulla tematica dei fiori: un omaggio simbolico al variegato e multiforme universo floreale, che nei secoli ha sempre avuto un ruolo di protagonista in innumerevoli creazioni artistiche e conserva intatta la sua aura di affascinante ed elegante intensità comunicativa.
Zarpellon nello spiegare il suo sfaccettato percorso nel mondo dell’arte dice “In questa mostra ho portato dei disegni, realizzati soprattutto con carboni e matite colorate. A me preme molto il disegno, c’è un rapporto mano-cervello: il fatto di tracciare segni permette una riflessione continua. Ho bisogno di un lavoro fisico, di stabilire un rapporto concreto col fare, perché, in questo modo, questa energia mentale si visualizza sul piano del foglio di carta e della superficie pittorica. È dunque una riflessione anche sul concetto di tempo e di spazio, che è sempre riconducibile a questa ritrovata centralità mentale e fisica. È un percorso molto lungo, che dura ormai da cinquant’anni“.
Zarpellon prosegue riferendosi alle fonti ispiratrici della sua vena creativa “Abbiamo tutti dei padri, io ho sempre amato l’origine della civiltà, dove c’è un’essenzialità della forma, dove sono evitati gli aspetti decorativi oppure la superficialità, che purtroppo oggi i mass media ci trasmettono. Ho sempre amato quei pittori e quell’arte, che tendevano a un rapporto anche aspro con la realtà, primario, non primitivo. Ho studiato le maschere nere al museo dell’arma a Parigi, ho amato molto e amo tutt’ora Masaccio e Caravaggio, pittori che sono sempre stati in qualche modo anche rivoluzionari, andando contro a un gusto corrente, anemico, esangue, come purtroppo mi sembra stia anche oggi succedendo“.
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