Ospedale Civile Vito Fazzi di Lecce: la vergogna del pronto soccorso dal tramonto all’alba
14 Dicembre 2014 da dagata
Ospedale Civile Vito Fazzi di Lecce: la vergogna del pronto soccorso dal tramonto all’alba
Non è possibile che la sanità sia lasciata nelle condizioni in cui questa mattina decine e decine di pazienti e loro familiari ci hanno segnalato, specie quando si tratta di affrontare le emergenze quotidiane e le situazioni di primo intervento che richiedono massima accortezza, efficienza ed organizzazione per le grandi responsabilità assegnate agli operatori ed ai medici che in questo caso possiamo indicare quali vittime di qualcosa che certamente ”
non va”, al pari dei cittadini che si trovano costretti ad affrontare le lunghe trafile e le ore d’attesa a cui ormai siamo abituati ad assistere anche quando sono in preda a dolori lancinanti che spesso possono essere risolti con una banale puntura, ma che richiedono comunque una pronta anamnesi da parte del personale sanitario.
Non si tratta di fare la solita retorica, ma assistere a scene che sembrano riportarci indietro sino al dopoguerra quando l’Italia doveva ripartire dalla devastazione del conflitto – con le eloquenti immagini che fotografano persone in attesa lungo una porta ad aspettare il proprio turno, la tensione che aumenta mentre i medici e gli infermieri fanno di tutto, ma proprio di tutto per cercare di fornire risposte, cure e smaltire la mole di persone che ingrossa vieppiù che si va avanti nel giorno le code – fa risultare evidente che i piani di riordino e le conseguenti chiusure di strutture di prossimità, compresi alcuni “pronto soccorso” del territorio, hanno portato solo ad un aggravio della situazione, ad un disordine ed una impreparazione ad accogliere l’utenza che sta pian piano degenerando, ragion per cui occorre un intervento diretto ed immediato a porre rimedio prima che la lentezza degli interventi, lo stress cui loro malgrado sono sottoposti il personale medico e paramedico, porti a danni ben maggiori delle lamentele cui quotidianamente ci vengono rivolte.
Perchè se Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” da un lato fa un plauso e ringrazia il personale ospedaliero per il lavoro svolto a dir poco encomiabile, una professione davvero di “trincea”, non possiamo non criticare duramente le scelte verticistiche di anni di malapolitica che a partire dal livello nazionale, ma soprattutto regionale ci hanno portato sino a questo punto. Sulla sanità e sulla salute, infatti, come diciamo da sempre non si può scherzare o fare scriteriate economie senza pensare alle conseguenze cui si può giungere.
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