“Spoleto incontra Venezia”: Tributo al pittore fiorentino Alberto Pistoresi con la cura del Professor Vittorio Sgarbi
1 Settembre 2014 da ufficiostampa
In occasione della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre 2014, verrà allestita un’ampia zona espositiva dedicata al maestro Alberto Pistoresi, con la curatela di Vittorio Sgarbi, in omaggio commemorativo al noto pittore fiorentino, del quale si mantiene indelebile il ricordo del prezioso contributo artistico lasciato in simbolica eredità. L’evento, diretto dal manager produttore Salvo Nugnes, sarà all’interno del secolare Palazzo Falier, sontuoso edificio sul Canal Grande a Venezia.
Nel commentare lo stile distintivo di Pistoresi Sgarbi ha dichiarato “Vedutista di spazi urbani e di paesaggi nella sua Toscana, Pistoresi è un pittore di luoghi non disturbati dall’uomo. La sua visione è distante, a tratti ovattata. L’uomo più che esserci è stato. Se ne sente l’impronta, l’eco della voce e una solitudine immensa, incolmabile”.
Tra le innumerevoli dichiarazioni elogiative espresse dai critici e dagli esperti d’arte del suo tempo, spicca quella di Piero Bargellini, sindaco di Firenze nel 1968, che scrisse “Pistoresi usa come mezzo espressivo il colore ad olio o ad acquerello, ma la sua opera sarebbe vana se non avesse come movente e come esito la poesia. Una poesia dovuta prima di tutto da una trepida commozione, suscitata da luoghi e figure, da un dolce incantamento d’anima e poi da una tenerezza, che si traduce sulla tela o sulla carta in trasparenze delicate, in fremiti amorosi, in segni efficaci, in toni essenziali”.
Di lui Pietro Annigoni, del quale è stato allievo disse “Nella sua pittura emergono fede caparbia e dedizione assoluta, è un lavoratore accanito. I suoi dipinti hanno composizione elementare, ma vigorosa con toni sonori profondi, luminosi, vibranti e impegnati di un sapiente e vissuto chiaro-scuro, che si pone in contrasto e al tempo stesso unisce l’intreccio dei colori”. Sul loro primo incontro ricordava “Al mercatino di San Pietro mi fece vedere una china acquerellata, che aveva fatto su per le rive dell’Arno. Mi parve una cosa notevole e sono sicuro, di essere stato tra i primi ad incoraggiarlo”.
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