Sicurezza alimentare. Tonno contaminato da mercurio
28 Settembre 2014 da dagata
Sicurezza alimentare. Tonno contaminato da mercurio: allarme in Italia di Rasff, sistema di allerta rapido comunitario.
Dall’inizio dell’anno sono 221 le segnalazioni diffuse dal Rasff riguardanti la presenza di metalli pesanti negli alimenti e di queste 93 riguardano proprio l’eccesso di mercurio nel pesce. La Spagna è il paese che ha subito il più alto numero di notifiche (48). Ieri, 25 settembre, una nuova segnalazione diffusa dal sistema di allerta rapido per alimenti mangimi (Rasff) figura la notifica inviata dal nostro Ministero della Salute, di eccesso di mercurio nelle bistecche di tonno albacora importato dalla Spagna. Tale concentrazione di metalli pesanti dipende con l’aumentare dell’inquinamento dei mari. In particolare destano sempre più preoccupazione le concentrazioni elevate di mercurio nei pesci, soprattutto nelle specie di grandi dimensioni che accumulano maggiori metalli pesanti. In Italia nel 2014 si contano già 40 segnalazioni di pesce importato contaminato da mercurio, proveniente perlopiù da Spagna e Portogallo. Le concentrazioni rilevate nei lotti di Thunnus albacares sono di 2,1 mg/kg – ppm. Per le specie di grandi dimensioni i valori considerati sicuri non dovrebbero superare 1 mg/kg.m. A rischiare in questo caso sono soprattutto le donne incinte e i bambini, sensibili anche a concentrazioni considerate innocue per altri soggetti. Il consiglio degli esperti è di non comprare il pesce spada, lo smeriglio e il tonno, più saturi di metalli pesanti pericolosi per l’organismo umano.Pertanto Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, consiglia i consumatori, quando si va in pescheria, di preferire pesci mediterranei di piccole dimensioni, come alici e sardine, ricchi di nutrienti e meno a rischio di estinzione. Il buonsenso e le linee guida dei nutrizionisti suggerirebbero di non superare i 100 grammi alla settimana di pesce spada o tonno, mentre per le altre specie complessivamente si può consumare fino a 300-400 grammi di pesce alla settimana, alla luce dei grandi benefici per la salute che ne derivano. L’importante è variare molto le specie da portare in tavola, seguendo la stagionalità anche per il pesce e preferendo il mercato ittico locale. Inoltre, per quanto riguarda questa partita di pesce, chiunque avesse acquistato questi prodotti è invitato a non consumarli e a consegnarli al rivenditore o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale.
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