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La dolorosa evoluzione del tattoo. Prende piede anche in Italia

28 Settembre 2014 da dagata

La dolorosa evoluzione del tattoo. Prende piede anche in Italia la tendenza alla “scarnificazione” già diffusa in alcune culture tradizionali. E’ tutto lecito? Piercing, branding, tatuaggi. Ci sono numerosi modi – più o meno dolorosi – per “abbellire” (ma noi preferiamo da tempo ripetere, imbruttire) il proprio corpo in modo permanente. Particolarmente doloroso – e quindi nel mondo occidentale non molto diffuso sino a ieri – il metodo delle cicatrici ornamentali che possono essere permanentemente incise nel corpo. Quello che è veramente nuovo non è questa forma di decorazione del corpo. Le scarnificazioni sono profondamente radicate nelle tradizioni di molti popoli e riti di iniziazione spirituale sia tra i giovani uomini e donne. Soprattutto per le persone il cui colore della pelle rende poco visibile i tatuaggi, le cicatrici ornamentali sono molto diffuse: a segnare il passaggio dall’infanzia all’età adulta così come l’affiliazione al clan o di altri importanti eventi della vita, servono a far rimanere conservati in modo permanente ed in bella vista il ricordo di questi eventi. Per “disegnare” il soggetto in modo permanente nella pelle occorre quantomeno un bisturi prima di tagliare i contorni e poi per rimuovere i successivi strati superiori della pelle. Ed i rischi per la salute sono davvero tanti: la ragione è che gli standard di igiene clinici non sono soddisfatti se quelle che appaiono come vere e propri interventi vengono effettuati in ambienti non idonei e da soggetti (ovviamente) senza una laurea in medicina e chiurgia. Le infezioni locali che possono portare a conseguenze potenzialmente fatali sono all’ordine del giorno. Le infezioni da epatite o HIV sono una possibile conseguenza. L’artista – organo esecutivo deve anche aver acquisito una solida conoscenza di anatomia umana per evitare di tagliare troppo in profondità nel tessuto della pelle – una delle ragioni per cui solo pochi centri offrono questa forma di modifica. E poi l’epilogo: per una guarigione della ferita rallentata per questa forma di decorazione del corpo benvenuto vengono utilizzate sostanze irritanti come l’acido e lo zucchero. La regola è: più lunga è la cura, più espressiva sarà la cicatrice. Il numero di appassionati di questa procedura dolorosa sembra essere limitato. Tutte le 74 persone che hanno la pagina Facebook “scarificazione” con “come” etichettati … Insomma, prima che la moda prenda piede, spiega Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, allarmato da alcuni articoli apparsi all’estero che vedrebbero tra gli “adepti” di questa tendenza anche qualche giovane italiano, sarebbe utile che si vietasse completamente sul territorio nazionale ogni attività del genere con pesantissime sanzioni amministrative e penali per coloro che offrono, prima ancora di realizzare, questo tipo di dolorosi e potenzialmente fatali servizi di umiliazione del proprio corpo.

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