Finalmente più trasparenza fiscale. Negli USA addio al segreto bancario.
6 Luglio 2014 da dagata
Finalmente più trasparenza fiscale. Negli USA addio al segreto bancario. Dal 1° luglio 2014 gli Stati uniti esigono tutti i dati sui capitali detenuti nel mondo da persone assoggettate all’obbligo fiscale statunitense. Con la normativa Fatca, il fisco americano si attende un aumento degli introiti fiscali pari a quasi un miliardo di dollari ed un sostegno necessario nella loro lotta contro l’evasione fiscale
Dal 1° luglio entra in vigore la normativa americana Fatca: le banche di tutto il mondo sono chiamate a fornire periodicamente a Washington i dati dei clienti soggetti al fisco USA. Anche l’Italia si vede costretta a a collaborare. La normativa Fatca (Foreign Account Tax Compliance Act), pone in pratica fine al segreto bancario nei confronti degli Stati uniti.
Con la normativa Fatca (Foreign Account Tax Compliance Act) gli Stati uniti intendono lottare contro l’evasione fiscale dei propri contribuenti e tassare tutti i capitali detenuti all’estero presso banche, assicurazioni o altre società da persone assoggettate al fisco USA.
In base alla normativa, gli istituti finanziari esteri devono registrarsi presso il fisco americano (IRS) e fornire rapporti periodici sugli averi detenuti dai contribuenti americani. I primi flussi di notifiche sono attesi entro il 30 aprile 2015.
In una fase iniziale dovranno essere notificati solo gli averi che superano determinati importi, ad esempio 50’000 dollari per i conti privati. La notifica sarà in seguito estesa a tutti i capitali.
Su questa normativa si basano in buona parte i nuovi standard elaborati dall’OCSE per l’introduzione dello scambio automatico d’informazioni a livello mondiale.
Si tratta di una procedura molto complessa con la quale bisogna identificarli, contattarli, spiegare di cosa si tratta e chiedere se sono disposti a lasciar trasmettere i loro dati.
I clienti possono rifiutare la consegna dei loro dati. In tal caso, le banche sono infatti tenute a notificare a Washington il numero e il valore complessivo degli averi non dichiarati. Per ottenere le informazioni richieste, l’IRS potrà far scattare una domanda di assistenza amministrativa per tutto il gruppo di clienti recalcitranti.
La normativa prevede un potente arsenale di sanzioni contro banche o clienti recalcitranti, a cominciare da una ritenuta del 30% su tutti i pagamenti di titoli, interessi o altri redditi di origine americana. Gli istituti finanziari rischiano inoltre di essere estromessi dal mercato interbancario internazionale.
Al programma americano devono pure aderire tutti i gestori patrimoniali, i fiduciari, gli assicuratori e perfino le grandi aziende industriali, dal momento che hanno importanti attività finanziarie. Tutte queste società sono tenute a registrarsi presso l’IRS per evitare di essere considerate non cooperative.
Un cambiamento per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che imporrà severi limiti al segreto bancario e alla possibilità di mantenere dei “paradisi fiscali”, con riferimento anche alla lotta contro il riciclaggio dei capitali, contro le attivita’ criminali organizzate e il terrorismo. L’augurio è che per il principio della reciprocità gli Stati uniti saranno disposti a fornire i loro dati bancari agli altri paesi sottomessi al nuovo regime Fatca, con lo scambio automatico d’informazioni tra le autorità fiscali volta a combattere elusione ed evasione fiscale.
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