Allarme Escherichia Coli in Europa per il formaggio francese “Chavignol”
21 Luglio 2014 da dagata
Allarme Escherichia Coli in Europa per il formaggio francese “Chavignol”
Oggi l’ennesimo allarme sulla sicurezza alimentare è dilagato in tutta Europa. Il Sistema rapido di allerta europeo (Rasff) ha avvisato le autorità sanitarie dei diversi Paesi europei circa la presenza di e. Coli O26 H11 “nel formaggio caprino a latte crudo della marca”CHAVIGNOL”, prodotto dal caseificio H.TRIBALLAT de France en 18.194.050 numero di identificazione del CE.Il lotto interessato è il seguente:
Lotto numeri CEDDM en 18.194.050
137 0712/07/14
139 0914/07/14
141-0717 e 18/07/14
145-1220, 21/07/14
147-1224 e 25/07/14
151 0226/07/14
153 1028/07/14
159-1203 e 08/04/14
163 0408/08/14
167 0711/08/14
169-0814 e 15/08/14
Tutti i marchi e vendite unità contenente CE en 18.194.050 numero di identificazione sono interessati.
Lo Chavignol è probabilmente uno dei caprini più famosi della Valle della Loira. E’ prodotto esclusivamente con latte di capra. Il formaggio è stato venduto in diverse catene di supermercati compresa l’Italia I batteri di tipo Listeria possono causare sintomi simili a quelli di un’influenza: febbre, mal di testa e nausea.
A innescare l’emergenza è stato un batterio, l’Escherichia Coli (E-Coli).
Esistono centinaia di ceppi di Escherichia Coli ed alcuni di essi sono inoffensivi, ad esempio quelli che colonizzano l’apparato digerente degli esseri umani e di altri animali a sangue caldo, questi ceppi fanno infatti parte della flora batterica intestinale e sono indispensabili per la nostra salute.
Altri ceppi, ad esempio l’Escherichia Coli sierotipo O157:H7, sono in grado di provocare un grave avvelenamento negli esseri umani. Il bestiame da allevamento è la principale fonte di E. coli O157:H7, ma questo tipo di batterio si trova anche in altri animali domestici e nei mammiferi selvatici.
L’Escherichia Coli O157:H7 ha causato diverse gravi epidemie negli Stati Uniti, il CDC (rete dei centri per il controllo e la prevenzione delle malattie) stima che ogni anno negli USA si verifichino circa 70.000 casi di infezione; nel 2007 queste infezioni, da sole, hanno rappresentato il 7 per cento circa dei disturbi intestinali riferiti alle autorità sanitarie negli Stati Uniti.
Oltre all’E. Coli O157:H7 ci sono altri ceppi, per esempio l’Escherichia Coli enteroemorragico, che causano gli stessi gravi disturbi.
L’E. Coli O157:H7 è in grado di produrre uno o più tipi di tossina (veleno) che possono danneggiare seriamente le mucose dell’apparato digerente e i reni: questi tipi di batterio, detti Escherichia Coli produttori di Shiga-tossine (STEC), spesso causano diarrea con tracce di sangue e possono provocare insufficienza renale, soprattutto nei bambini piccoli o nei pazienti con il sistema immunitario compromesso. La maggior parte dei disturbi di questo tipo è correlata agli alimenti od all’acqua contaminata, al contatto con una persona infetta o al contatto con gli animali portatori del batterio.
Tra gli altri ceppi che causano la diarrea ricordiamo:
•E. Coli enterotossigenico (ETEC): è una delle principali cause della diarrea nei paesi in via di sviluppo. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità ogni anno provoca circa 210 milioni di casi e 380.000 decessi, soprattutto di bambini. L’ETEC è la causa più frequente della diarrea del viaggiatore e colpisce ad esempio le truppe in missione all’estero.
•E. coli enteropatogenico (EPEC): è un batterio in grado di provocare una diarrea persistente che può continuare anche per più di due settimane. Si trasmette all’uomo attraverso il contatto con l’acqua contaminata o con gli animali infetti ed è diffuso nei paesi in via di sviluppo. Nei paesi industrializzati, invece, è sempre meno presente, però continua ad essere una delle cause principali della diarrea, stando a quanto afferma il CDC.
Esistono diversi ceppi di Escherichia Coli, ma solo alcuni di essi causano intossicazioni alimentari. In natura è possibile trovarne centinaia di ceppi del tutto inoffensivi, tra cui quelli che popolano l’apparato digerente degli esseri umani e di altri animali a sangue caldo. Alcuni ceppi, tuttavia, sono una causa frequente di infezioni dell’apparato digerente e di quello urogenitale.
Nel 1982 negli Stati Uniti gli scienziati hanno identificato il primo ceppo di E. Coli in grado di provocare intossicazioni alimentari, che è la principale causa di intossicazioni negli Stati Uniti, ed è l’O157:H7, così chiamato in riferimento ai composti chimici che si trovano sulla superficie del batterio. La principale fonte di O157:H7 è il bestiame domestico, ma questi batteri si trovano anche in altri animali domestici o selvatici.
Esistono diversi ceppi pericolosi di Escherichia Coli in grado di provocare la diarrea:
•L’E. Coli O157:H7 e altri ceppi particolarmente pericolosi producono uno o più tipi di tossine (veleni) detti Shiga-tossine. Le Shiga-tossine sono in grado di danneggiare gravemente le mucose intestinali e i reni. Questi tipi di batteri sono detti E. coli produttori di Shiga-tossine (STEC), spesso provocano diarrea con tracce di sangue e possono causare insufficienza renale nei bambini o nei pazienti con sistema immunitario compromesso.
•L’E. Coli enterotossigenico (ETEC) produce una tossina diversa, ma è anch’esso in grado di provocare la diarrea. I ceppi di questo tipo di solito provocano la diarrea del viaggiatore, perché contaminano frequentemente gli alimenti e l’acqua nei paesi in via di sviluppo.
•L’E. Coli enteropatogenico (EPEC) causa la diarrea persistente (che può durare anche più di due settimane) ed è diffuso soprattutto nei paesi in via di sviluppo dove si può trasmettere agli umani mediante l’acqua contaminata o il contatto con gli animali infetti.
Negli Stati Uniti sono stati individuati anche altri tipi di E. coli, tra cui l’O26:H11 e l’O111:H8, in grado di provocare malattie.
Esiste infine la possibilità di contagio con altri ceppi anche attraverso rapporti sessuali oro-anali.
L’Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC) può causare i seguenti sintomi:
•Nausea,
•Forti crampi addominali,
•Diarrea acquosa o con forte presenza di sangue,
•Affaticamento.
Il batterio STEC è anche in grado di provocare febbre lieve o vomito. I sintomi di norma si presentano da 2 a 5 giorni dopo l’ingestione dell’alimento contaminato o della bevanda contaminata. I sintomi possono durare anche per 8 giorni, poi la maggior parte dei pazienti guarisce completamente.
La sindrome emolitico-uremica (HUS) è una complicazione seria dell’infezione da Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC) e può provocare l’insufficienza renale ed il decesso. I bambini sono particolarmente soggetti a questa complicazione, che è la causa più frequente di insufficienza renale nell’America del nord.
Per curare questa patologia molto pericolosa sono necessarie le trasfusioni di sangue e la dialisi, eseguite nel reparto di terapia intensiva di un ospedale.
L’8% circa dei pazienti affetti dalla sindrome emolitico-uremica soffrirà per tutta la vita anche di altre complicazioni, ad esempio di ipertensione, convulsioni, cecità, paralisi e delle conseguenze dell’asportazione di parte dell’intestino.
L’Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC) si trasmette mediante consumo di alimenti o bevande contaminati, il Dipartimento per la sicurezza alimentare e per il servizio di prevenzione nell’agricoltura degli Stati Uniti offre un elenco di prodotti alimentari contaminati dai ceppi pericolosi; tra gli alimenti e le bevande che in passato hanno causato epidemie di Escherichia Coli con maggior frequenza ricordiamo:
•Hamburger crudi o cotti male,
•Salame,
•Spinaci, lattuga, germogli,
•Latte, succo di mela, sidro non pastorizzati,
•Acqua contaminata, proveniente dai pozzi o dalle superfici frequentate dagli animali.
L’Escherichia Coli produttore di Shiga-Tossine può anche contaminare l’uomo in seguito a:
•Mani non lavate bene con acqua e sapone, dopo il contatto con un animale infetto o con escrementi di animali. Il contatto si può verificare nelle fattorie, negli zoo, nelle fiere o persino nel vostro cortile di casa,
•Mani non ben lavate con acqua e sapone dopo il contatto con una persona infetta
•Ingestione di acqua non clorata o non ben clorata in piscine contaminate da feci umane,
•Immersione in acqua anche minimamente contaminata da liquami,
•Consumo di alimenti, acqua o ghiaccio contaminati.
I Centri per il controllo e la prevenzione della malattie consigliano di sottoporre agli esami chiunque manifesti un’improvvisa diarrea con feci contenenti sangue; è possibile usare gli appositi test di laboratorio per individuare l’Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine nei campioni di feci.
E’ fondamentale sottoporre alle terapie i pazienti con infezioni da Escherichia coli il prima possibile, soprattutto quelli colpiti dal ceppo produttore di Shiga-tossine (STEC).
Le ricerche non confermano che la terapia antibiotica sia efficace; gli antibiotici, addirittura, potrebbero far aumentare il rischio di sindrome emolitico-uremica, una complicazione grave dell’infezione da STEC in grado di provocare l’insufficienza renale.
Per prevenire l’infezione da Escherichia Coli produttore di Shiga-tossine (STEC) è consigliabile:
•Lavarsi bene le mani dopo essere andati in bagno o dopo aver cambiato i pannolini del proprio bambino.
•Lavarsi bene le mani dopo aver toccato gli animali, le cucce, le gabbiette o qualsiasi materiale contaminato dalle feci degli animali.
•Mangiare solo carne e salumi ben cotti, siano essi di vitello, di maiale o di agnello.
•Cuocere la carne fino a farle raggiungere una temperatura interna di almeno 71 °C.
•Evitare il latte e i succhi non pastorizzati.
•Lavare bene la frutta e la verdura prima di consumarle crude.
•Evitare la contaminazione incrociata durante la preparazione degli alimenti, lavando bene le mani, le superfici, i taglieri e gli utensili dopo aver toccato la carne cruda.
•Tenere la carne cruda lontana dagli alimenti pronti da consumare.
•Evitare rapporti oro-anali od altre pratiche sessuali che possano portare alla bocca organi venuti a contatto con la zona anale e perianale.
Normalmente si tratta di un batterio innocuo che si trova nella parte bassa dell’intestino degli animali e dell’uomo, ed è fondamentale per i processi digestivi. Il ceppo argentino, tuttavia, è risultato molto aggressivo per l’organismo per via di una mutazione (il batterio mutato si chiama Shiga toxin-producing Escherichia coli).
I sintomi iniziali sono: forti crampi, leggera febbre, talvolta vomito ed episodi di diarrea, con possibili tracce di sangue. Tuttavia, se non intervengono complicazioni, la malattia ha un esito favorevole e si risolve, mediamente, in 8 giorni. Le complicanze sono rappresentate dalla cosiddetta Sindrome Emoltica-Uremica (Seu), una patologia che causa insufficienza renale e anemia. La Seu colpisce soprattutto i bambini, gli anziani e in generale le persone malate e debilitate. Un’altra complicazione dell’infezione è la Porpora Trombotica Trombocitopenica (Ttp), una forma di Seu accompagnata da febbre e sintomi neurologici, osservata più frequentemente negli adulti che nei bambini. La terapia di cura consiste nell’immediata reintegrazione dei liquidi e dei sali persi. L’uso degli antibiotici, invece, è spesso controindicato, perché può promuovere il rilascio di ulteriori tossine da parte del batterio e quindi peggiorare il decorso clinico.
Negli ultimi anni sono numerosi i casi di infezione umana legati al consumo di contaminati da microrganismi patogeni.
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” poiché non e’ facile individuare la presenza del batterio negli alimenti dato che il cibo non risulta essere alterato ne’ nell’aspetto ne’ nel sapore invita a non consumare il formaggio e a restituirlo presso i punti vendita per il rimborso. Nel frattempo i cittadini che dovessero avvertire sintomi di malessere dopo aver mangiato il formaggio in questione, in particolare le donne incinte e le persone con deficienze immunitarie, consultino immediatamente un medico.
Inserito in Varie | Nessun Commento »