Enrico Dal Covolo: “Tutta la nostra vita assomiglia a una scalata in montagna”
14 Giugno 2014 da DailyFocus
Meditazione di Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata del 25 maggio 2014 di “Ascolta si fa sera”, il programma di informazione religiosa di Rai Radio 1. Mons Dal Covolo: “Tutta la nostra vita assomiglia a una scalata in montagna, una scalata piena di rocce pericolose e di crepacci”.
Pubblichiamo la meditazione di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata di domenica 25 maggio del programma di informazione religiosa ”Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1.
Molti di voi, che mi ascoltate, lo sapete già.
Io sono nato a Feltre, alle porte delle Dolomiti. Parecchie volte mi è capitato di fare delle belle gite in montagna, insieme con i miei cari.
Naturalmente, per arrivare alla nostra mèta – di solito la mèta era la cima di una montagna, oppure un laghetto alpino o un verde pianoro – prendevamo i sentieri più sicuri. Di norma essi sono lunghi e tortuosi, perché così si evitano vallate pericolose o pareti rocciose troppo ripide. Lungo quei sentieri, sugli alberi e sui sassi, ci sono dei segni colorati, delle frecce che indicano la strada.
A volte noi ragazzi chiedevamo al papà, che guidava il cammino: “Ma perché non prendiamo una scorciatoia? Perché dobbiamo fare una strada così lunga e tortuosa? Arriveremmo prima arrampicandoci attraverso i boschi e le rocce… A che servono i sentieri e i segni? Abbiamo la vista buona e le gambe forti, e questo ci basta!”.
Ma il papà ce lo proibiva sempre. In effetti, quanti turisti imprudenti sono andati incontro a brutte avventure, abbandonando i sentieri segnati…
Tutta la nostra vita assomiglia a una scalata in montagna, una scalata piena di rocce pericolose e di crepacci.
I sentieri da percorrere sono segnati dai comandamenti di Dio, incisi nel nostro cuore. Ma quante persone sono tentate di farne a meno, di prendere scorciatoie pericolose…
Molte persone ragionano così: “Vogliamo essere liberi di scegliere nella vita le strade che ci piacciono di più! A che cosa servono queste indicazioni, sotto forma di comandamenti?”.
A questa domanda risponde Gesù Cristo stesso, nel Vangelo che abbiamo ascoltato oggi nelle nostre chiese: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. E chi ama sarà amato…”.
Ecco la chiave della vita: è l’amore!
I comandamenti sono il sentiero ben segnato per raggiungere questa mèta esigente, che è l’amore.
Perché, alla fine, solo l’amore vero (che è il dono di sé) realizza fino in fondo la nostra vita.
FONTE: Zenit
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