SEO Specialist: la SEO Black Hat funziona ancora?
3 Maggio 2014 da dalila.sansoni
Prima o poi troverai sicuramente un SEO Specialist o un cosiddetto “guru” della SEO che ammonisce con grande convinzione chiunque sia disposto ad ascoltare che “la SEO black hat è il male, il diavolo, etc.” e soprattutto, equivale al suicidio di un’azienda.
Mito SEO n.1: La SEO Black Hat non funziona più perché i motori di ricerca nel frattempo sono maturati e sono molto più intelligenti di prima
Se fosse davvero così, perché ci sono così tante persone che ancora ci si arrabbiano? Questo è abbastanza facile da dimostrare: basta cercare su Google “viagra economico” e segnarsi i risultati della SERP. Ripetere un po’ di volte l’operazione nei giorni successivi e segnarsi i risultati (se lo si desidera si può fare la prova con altre nicchie simili). Forse solo così ci si può fare un’idea di quello che accade realmente dietro le quinte.
La verità è che praticare la SEO Black Hat come una scimmia non è più efficace come una volta – ma se è per questo – nemmeno la SEO White Hat. Gli algoritmi di posizionamento dei siti web, l’architettura di un sito internet, gli standard di design e l’online in generalesono in perenne cambiamento e i consulenti SEO – indipendentemente dal cappello che portano – devono adeguarsi di conseguenza.
Mito SEO n.2: Un SEO Specialist Black Hat ti farà bannare dai motori di ricerca
Questo in teoria è essenzialmente corretto, ma intanto si da per scontato il fatto che si verrà beccati, e quindi bisogna anche vedere cosa viene bannato esattamente dalle SERP dei motori di ricerca.
Se fai SEO Black Hat direttamente sul sito principale con cui fai i soldi, allora si, potresti correre il rischio di vedere il tuo sito sparire dai motori di ricerca. Ma infatti un SEO Specialist che porta il cappello nero non si sognerebbe mai di esporre direttamente il sito principale, ma piuttosto lavorerà su un certo numero di siti web, ognuno ottimizzato per una determinata parola chiave.
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