Triclosan. Pericolo dal tubo. Molti dentifrici e prodotti per l’igiene personale lo contengono ma una nuova ricerca dice che favorisce lo sviluppo dello Staphylococcus Aureus
20 Aprile 2014 da dagata
Triclosan. Pericolo dal tubo. Molti dentifrici e prodotti per l’igiene personale lo contengono ma una nuova ricerca dice che favorisce lo sviluppo dello Staphylococcus Aureus
Quando si tratta di prodotti per l’igiene personale il Triclosan è un pò ovunque: deodoranti, saponi, dentifrici, detergenti e detersivi. Ma ricercatori americani avvertono: il principio attivo cosmetico favorisce la crescita e lo sviluppo di colonie di batteri Staphylococcus Aureus nel naso che possono causare infezioni e diventare un rischio grave per la salute.
Il triclosan, è noto, è ritenuto un formidabile inibitore di batteri è utilizzato dai produttori di cosmetici come disinfettante. Ma alcuni scienziati statunitensi hanno di recente scoperto che il prodotto chimico potrebbe favorire la crescita di batteri. È stato rilevato, infatti, che sempre più persone hanno quantità di triclosan nelle secrezioni nasali. In 37 su 90 adulti sani era presente in quantità rilevabili.
E qualcosa ha colpito l’attenzione degli scienziati: in poco più di due terzi dei soggetti con valori relativamente elevati di triclosan, nel naso era presente il batterio “S. aureus”, in soggetti senza triclosan nella secrezione ve ne era solo la metà. Lo studio in questione è stato effettuato dai ricercatori dell’Università del Michigan di Ann Arbor e pubblicato sulla rivista “mBio” la rivista della American Society for Microbiology..
Vi è da dire che il batterio “Staphylococcus aureus” può presentarsi sulla pelle e nel tratto superiore delle vie respiratorie di quasi un terzo di tutti gli uomini, ma di solito non provoca sintomi. Eppure, in condizioni avverse, come ad esempio un sistema immunitario debole, può portare a infezioni pericolose per la vita. La colonizzazione del naso è stata considerata come un fattore di rischio per tali infezioni, spiegano i ricercatori.
Secondo gli studiosi, il triclosan aumenta la capacità dello S. aureus di legarsi a proteine umane, come il collagene, cheratina e fibronectina. L’adesione a superfici come il vetro e la plastica risulta essere, quindi, rafforzata. Ed i ratti da laboratorio usati per gli esperimenti sono risultati più suscettibili alla colonizzazione del naso con il batterio.
Particolarmente temuti sono principalmente i cosiddetti MRSA (meticillino-resistente Staphylococcus aureus) – ceppi di batteri che sono resistenti a quasi tutti gli antibiotici. Per tali ragioni sono difficili da combattere e provocare anche conseguenze letali.
L’uso del Triclosan è una questione controversa da anni: studi sugli animali hanno dimostrato che la sostanza può compromettere il funzionamento dei muscoli e del sistema ormonale. In alcune ricerche è stato rilevato nel sangue, urine e latte.
Alla luce di questo nuovo studio, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, concorda con quanto sostenuto dagli scienziati che sostengono che si rende necessaria ed urgente una nuova valutazione dei rischi per la salute della sostanza. Si desidera controllare in un ulteriore studio se triclosan nel corpo influenza la colonizzazione dei microbi in altri luoghi.
In Europa l’SSC (Scientific Steering Committee) della Commissione Europea nel 2002 ha dichiarato che il triclosano è un utile ed efficace biocida, aggiungendo che è “utilizzato con sicurezza da più di 35 anni in molti prodotti, inclusi quelli per l’igiene orale”.
In Svezia però il Ministero della Sanità ne sconsiglia l’uso in seguito ad uno studio dell’Università di Stoccolma.
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