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Milano Art Gallery: intervista a Felicita Chiambretti, poesia universale in “Farfalle di Verso”

11 Febbraio 2014 da ufficiostampa

Giovedì 23 Gennaio alle ore 18.00 presso la Milano Art Gallery si terrà un evento molto atteso all’insegna della poesia contemporanea: Felicita Chiambretti, mamma del noto showman Piero Chiambretti, presenterà il suo libro “Farfalle di Verso”. In questa intervista la scrittrice parla della sua poesia.

1)Perché la scelta del titolo “Farfalle di Verso”?

È una scelta inerente al sogno, il titolo infatti ha qualcosa a che fare con la poesia; poi chi vuole dare un’interpretazione la dia come vuole. Volo di versi come volo di farfalle, i miei versi possono essere leggeri come farfalle; poi chi leggerà il libro capirà, cioè quando leggerà il contenuto delle poesie.

Il ricavato del libro andrà alla ricerca per il cancro o alla Telethon, o per tutte le ricerche, per fare anche qualcosa per tutti noi, i nostri figli e nipoti perché se nessuno aiuta la ricerca non avremo miglioramenti.

 

2) E’ il suo primo libro?

Si è il mio primo libro; io ho scritto sempre, tutta la mia vita, però ho fatto anche altro perché quando si è giovani bisogna lavorare e anche molto. Questo era un progetto che comunque avevo già nel mio cuore, sapesse quante cose ho buttato, peccato…

 

3) Quando nasce la sua vena poetica?

La mia vena poetica nasce con me, perché qualsiasi cosa che vedevo e che mi colpiva e ancora di più qualsiasi emozione profonda era un’ispirazione per poter scrivere qualcosa su quell’emozione.

 

4) Come si caratterizzano le sue poesie?

L’approccio alla poesia è sempre come un nuovo amore inaspettato, che matura prima nella mia coscienza, o un’ispirazione della musa, o un’onda mentale dalla quale poi scaturiscono i mezzi per la stesura della poesia; l’approccio è un nuovo amore inaspettato.

 

5) Qual è la sua preferita?

Sono quasi tutte mie preferite perché tutte nascono da un’ispirazione; io non posso dire adesso vado al tavolino e mi metto a scrivere una poesia, no. È sempre un richiamo che mi arriva da canali diversi, da differenti direzioni e dimensioni.

A proposito della farfalla le leggo questa poesia: “Agile Farfalla” Nudata il cuore dai suoi gravosi legami mi allontano dal tempo dei miei simulacri, lenta una crisalide si toglie la veste setosa, un’agile farfalla plana sui nidi celesti dove chicchi di luce incoronano grappoli. L’ispirazione nasce sicuramente da sentimenti intensificati o da emozioni, che portano suggerimenti, parole, vibrazioni musicali che sono all’unisono con la mio eco interiore; ecco perché le mie poesie hanno questa natura un po’ sorgiva, cioè non è che riprendono scuole di pensiero, sono mie punto.

6) L’intero ricavato delle vendite sarà devoluto all’Istituto di Candiolo per finanziare la ricerca e la cura del cancro. Come nasce la sua collaborazione con la Fondazione Piemontese?

Nasce perché io scrivo il libro e dedico tutto il ricavato alla Fondazione; ho voluto darlo a questa Fondazione perché è proprio nel campo specifico del tumore, visto che una mia sorella è morta molto giovane di tumore il libro lo dedico anche a lei. Poi essendo io di Torino e anche Candiolo è di Torino è stato piuttosto facile; ora c’è una libreria, una delle migliori che c’è qui a Torino, la Luxemburg, che si adopera per vendere il libro.

In due mesi abbiamo venduto già più di trecento libri, quindi è quasi un caso letterario si può dire, visto che la poesia oggi non la legge nessuno. È piaciuto molto, chi l’ha comprato poi ne ha comprati magari altri venti per regalarli agli amici per Natale e così è un po’ una catena.

Generalmente quando qualcuno dà qualcosa per la ricerca si sente sempre dire “Mah, figurati”, magari spendono dieci euro per il libro e poi lo buttano anche via. Invece io ho sostenuto tutte le mie spese per la stampa del libro e il libro è anche molto carino, anche la prima pagina stessa tridimensionale, la carta spessa. Ha avuto già un grande successo.

 

7) Suo figlio Piero ha letto il libro?

Si. Piero non era un amante della poesia, perché appartiene ad un campo che è tutt’altro dalla poesia; le ha lette, alcune le ha trovate belle, altre un po’ difficili ma ogni volta, come tanti mi hanno detto, dopo averle lette la prima volta le lasciano un po’ lì e poi le rileggono.

Ho adesso qui davanti a me un mio grande fan, mi sta dicendo che anche lui legge le mie poesie e poi lascia sedimentare, le riprende e le rilegge; ogni volta trova e prova qualcosa di più nella stessa poesia, ed è quel qualcosa di più che io non avrei assolutamente scritto. Trovo tutto questo inaspettato.

 

8) A che target di fruitori si rivolge il libro?

Non c’è nessun target. Tutti questi sentimenti sono quelli umani nostri.

Mentre viviamo l’evento tumultuoso e travolgente in quel presente lo soffriamo e lo patiamo, però poi col passare del tempo, attraversando il fiume del tempo quindi in quello che noi chiamiamo futuro, io riesco a cogliere nello stesso evento sia il bene che il male e lo guardo dall’alto come un filosofo, senza giudicarlo ma solo guardandolo dall’altra parte della riva della mia coscienza. È una catarsi plasmata dallo stesso fatto.

Tratto il tema dell’amore come eros; l’amore ha molte sfaccettature ma io parlo proprio dell’eros, non di tutti gli altri amori. Eros che è vecchio come il nostro mondo se non di più e di cui ancora oggi si parla.

I temi che tratto vengono spontanei, adesso a stesura definitiva mi rendo conto per esempio che appunto sull’amore ne ho scritte tre. Ce n’è una su Afrodite, infatti nelle mie poesie c’è anche tanto mito perché mi piace molto.

Leggo “Carezza mancata”: Nel rintocco di campane a festa, rifiutasti la mia mano tesa, frenasti il tocco di una carezza, pendutasi tra massi informi di un limbo privo di suoni e sonni.

Anche “L’Attesa” parla di amore, un amore più greve e oscuro: Come mendicante d’amore repressi le mie emozioni, muto suonava l’eco del cuore, lento si svigorì il mio desiderio che si nutriva di silenzi, languì la mia voglia di vivere, il tuo ricordo inferto di dolore dissacrato dalla mia rabbia, inghiottito nel vortice del tempo.

 

9) E’ compiaciuta della presentazione del libro, presso la “Milano Art Gallery”?

Faremo una conferenza niente male; qui non siamo nel mondo della tv, non cerchiamo quel mondo.

Infatti quando sono stata invitata ero indecisa, poi ho visto di che Galleria si tratta e che eventi organizza; se io non trovo il posto giusto dove gli ascoltatori hanno l’animo raffinato dell’ascolto cosa vado a dire? Niente. Colui che scrive un libro comico e di barzellette piace alla massa. La Milano Art Gallery invece è già una nicchia. Sono compiaciuta per questa partecipazione.

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