Casse pensioni svizzere. Un tesoro di miliardi di euro dimenticati in Svizzera dopo anni di sudore dei nostri migranti.
11 Febbraio 2014 da dagata
Casse pensioni svizzere. Un tesoro di miliardi di euro dimenticati in Svizzera dopo anni di sudore dei nostri migranti. Il problema degli averi dimenticati riguarda in particolare gli stranieri tra cui molti italiani che hanno lavorato in Svizzera. Lo “Sportello dei Diritti” lancia una campagna per assistere i nostri concittadini per ottenere la pensione Svizzera
Ogni anno gli istituti di previdenza elvetici perdono le tracce di decine di migliaia di ex assicurati, la metà stranieri, che avrebbero diritto a dei benefici per la vecchiaia. Miliardi di franchi rimangono così in attesa di essere un giorno richiesti dai loro proprietari. Cosa che spesso non succede nemmeno.
Molti ex assicurati spariscono nel nulla, lasciando dietro di sé il frutto di anni di duro lavoro. Complessivamente rimangono così in giacenza circa 5 miliardi di franchi, accumulati nelle casse pensioni in Svizzera.
Il fenomeno fa seguito generalmente a cambiamenti di datore di lavoro. Anche se ciò non dovrebbe avvenire. La Legge sulla previdenza professionale (LPP) del Paese d’Oltralpe garantisce infatti ad ogni assicurato il diritto ad una prestazione di libero passaggio, ossia al versamento del capitale della cassa pensione all’istituto di previdenza del nuovo datore di lavoro.
Se l’assicurato non trova subito un nuovo datore di lavoro, gli averi accumulati devono essere depositati su un conto bloccato presso la Fondazione istituto collettore LPP – creata appositamente dai partner sociali – oppure presso una banca o un’assicurazione. Dovrebbero rimanervi fino a quando l’assicurato chiede il trasferimento ad una nuova cassa pensione oppure fino al versamento all’età di pensionamento.
In Svizzera il sistema di previdenza si basa su tre pilastri.
•L’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS) e l’Assicurazione per l’invalidità (AI) hanno come scopo di garantire il fabbisogno vitale a pensionati, orfani, vedove e invalidi. Queste assicurazioni statali sono obbligatorie per tutti, dipendenti e indipendenti.
•La previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità (casse pensioni) serve ad assicurare, assieme all’AVS/AI, almeno il 60% dell’ultimo salario, in modo da garantire un buon tenore di vita. Al secondo pilastro si devono affiliare solo i lavoratori dipendenti.
•Il terzo pilastro, facoltativo, è costituito dalla previdenza personale, che permette di coprire ulteriori esigenze dopo il pensionamento.
Strano, ma vero, una parte cospicua di questi fondi non viene più rivendicata dai loro proprietari. E molti di loro non possono più nemmeno essere rintracciati dagli istituti che gestiscono gli averi del libero passaggio: hanno cambiato più volte domicilio o sono partiti all’estero, senza indicare il loro nuovo indirizzo.
Solo la Fondazione istituto collettore LPP ha così perso il contatto con 600’000 detentori di conti, di cui la metà stranieri, per un importo complessivo di 2,5 miliardi di franchi. Secondo le stime, una somma equivalente è in giacenza presso banche e assicurazioni.
“Sappiamo esattamente quanto spetta ad ogni singola persona, i cui averi sono stati depositati presso la nostra fondazione. Possiamo attribuire ogni franco. Ciò che non conosciamo è però l’indirizzo attuale di queste persone o delle coordinate bancarie, che ci permetterebbero di versare i soldi”, indica Max Meili, direttore della Fondazione istituto collettore LPP.
Spesso i contatti vengono persi già alla fine di un contratto di lavoro. Entro questo termine, la cassa pensione è tenuta a comunicare agli assicurati l’importo del capitale accumulato e a chiedere loro dove vanno versati i soldi. A volte i datori di lavoro notificano però troppo tardi la partenza del lavoratore, ossia quando ha ormai già cambiato indirizzo o lasciato la Svizzera.
Non di rado, sono gli stessi assicurati ad ignorare semplicemente i fondi della loro previdenza per la vecchiaia. Ogni anno migliaia di persone non rispondono nemmeno alla domanda della loro cassa pensione e dimenticano di indicare dove vanno depositati i loro averi. In ogni caso, i soldi non sono persi: al più tardi due anni dopo la partenza di un assicurato, le casse pensioni hanno l’obbligo di versare gli averi abbandonati alla Fondazione istituto collettore LPP. Ma ciò avviene spesso all’insaputa dell’assicurato.
Secondo i sindacati, tutto questo mostra che datori di lavoro e casse pensioni potrebbero migliorare l’informazione degli assicurati sui loro diritti. “Molti problemi potrebbero essere forse evitati, introducendo un formulario obbligatorio, che l’assicurato deve firmare al momento della fine del contratto di lavoro”, propone Matthias Kuert Killer, responsabile della politica sociale presso la federazione sindacale Travail.Suisse.
È pressoché certo che molti soldi vengano dimenticati, soprattutto da stranieri, anche presso l’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS), l’assicurazione statale che assieme alle casse pensioni assicura il mantenimento del tenore di vita dopo il pensionamento. L’AVS non dispone però di cifre in merito. Ma ciò è legato anche al fatto che, in questo sistema assicurativo, gli assicurati non accumulano un capitale a loro nome, che rimane in giacenza se non viene versato all’età di pensionamento. Le rendite AVS per i pensionati vengono finanziate di anno in anno con i premi pagati dagli assicurati.
“La Confederazione ha firmato delle convenzioni con una quarantina di paesi europei, grazie alle quali collaboriamo strettamente con i rispettivi istituti statali di previdenza. Veniamo regolarmente contattati da questi istituti, quando un ex assicurato si annuncia presso di loro e comunica di aver lavorato anche in Svizzera”, indica Rolf Camenzind, responsabile della comunicazione presso l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali.
Queste convenzioni non sono state firmate però con tutti i paesi, dai quali sono giunti negli ultimi decenni molti lavoratori immigrati, come ad esempio il Kosovo. Inoltre, in caso di decesso di un ex assicurato, vedove e orfani ignorano spesso i loro diritti a prestazioni in Svizzera. E l’AVS non ricerca attivamente beneficiari di rendite, neppure se hanno raggiunto l’età di pensionamento.
Fondi delle casse pensioni
Generalmente gli averi di vecchiaia della previdenza professionale possono essere versati agli assicurati solo al raggiungimento dell’età di pensionamento. In tre casi, però, possono essere prelevati già prima, in contanti se l’assicurato:
•lascia la Svizzera per stabilirsi in un paese non membro dell’Unione europea o dell’Associazione europea di libero scambio. In caso di partenza verso un paese membro, gli averi devono invece rimanere in Svizzera su un conto vincolato (presso la Fondazione istituto collettore LPP, banche o assicurazioni) fino all’età di pensionamento.
•avvia un’attività lucrativa indipendente e non sottostà quindi più alla previdenza professionale obbligatoria.
•esige i soldi per acquistare una residenza primaria (casa o appartamento) o per ammortizzare un’ipoteca.
Non è mai troppo tardi
Nel settore delle casse pensioni, questo compito viene invece assunto dall’Ufficio centrale del secondo pilastro (vedi finestra), incaricato di ripristinare i contatti tra gli istituti di previdenza e gli assicurati che hanno raggiunto l’età di pensionamento. Questo ufficio è stato creato dal governo svizzero, su richiesta di Italia, Spagna e Portogallo, dopo che era venuto alla luce il problema dei capitali dimenticati da molti lavoratori di questi paesi.
L’ufficio centrale intrattiene a sua volta contatti con gli istituti di previdenza dei paesi europei, ma sovente le ricerche all’estero non danno alcun esito. “In Svizzera troviamo quasi sempre i beneficiari. Ma è molto più difficile trovare uno straniero che ha lasciato la Svizzera. Ed è quasi impossibile, se non rientra nel suo paese di origine oppure se vi ritorna, ma non si annuncia presso l’istituto statale di previdenza”, spiega Daniel Dürr, direttore dell’Ufficio centrale.
In tal caso, l’unica speranza è che il beneficiario si annunci spontaneamente, prima o poi. E non è mai troppo tardi: i dossier vengono conservati dall’Ufficio centrale fino al compimento del 100esimo anno di età. “Siamo disposti a versare gli averi anche se il proprietario si annuncia quando ha già compiuto 101 anni”, sottolinea Max Meili.
Alla luce di questi dati, ed in un momento di grave crisi nella quale qualsiasi fonte di reddito per l’italiano medio assume la consistenza di “manna dal cielo”, lo “Sportello dei Diritti” lancia una campagna per il recupero dei capitali versati e non pretesi da parte dei tanti migranti rientrati in Italia e che per svariate ragioni non hanno battuto cassa nei confronti della Previdenza elvetica.
Per tali ragioni, Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” comunica che l’associazione assisterà sin da subito tutti gli ex lavoratori e gli eredi che hanno maturato il diritto all’ottenimento dei benefici nelle pratiche di rimborso o di versamento della pensione maturata.
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