Cerchi nel grano. Un mistero che diventa storia
4 Novembre 2013 da cropbuster
Il 15 agosto del 1980, il “Wiltshire Times” pubblicò per la prima volta una fotografia di un cerchio nel grano (crop circle).
Da allora sono passati trentatré anni, ricchi di dibattiti, trasmissioni televisive, articoli di giornale, libri, film, perfino interrogazioni parlamentari, aventi ad oggetto questo mistero. Possiamo dunque asserire che la questione dei cerchi ha oggi una sua innegabile e corposa dimensione storica. Eppure non è mai stata raccontata in modo fattuale e sistematico.
Il nuovo libro di Leonardo Dragoni, intatolato “Storia dei cerchi nel grano. Le origini”, effettua un’analisi rigorosa dei fatti e degli eventi intercorsi da quel ferragosto di trentatré
anni fa, collocandoli all’interno del loro contesto, svelandone i retroscena e facendo luce sui dettagli rimasti oscuri o sconosciuti,indagando il background emotivo e sociale in cui si sono sviluppate le vicende ed i personaggi che ne furono protagonisti.
Il testo è anche un’indagine sui gruppi, le correnti di pensiero e le fazioni che subito si crearono e si affrontarono sul significato e l’origine da attribuire a questi cerchi.
Gruppi compositi, con differenziazioni interne e lotte intestine, gelosie rivalità, spionaggio.
C’erano poi fin da subito anche i circlemakers, da soli e in gruppo: gli Amershan, gli United Bureau of Investigation di John Martineau, Adrian Dexter, Julian Richardson (aka Bill Bailey). Quest’ultimo oggi è un famoso artista che realizza “sand circles” (pittogrammi sulla sabbia), ma allora era già operativo e pare agisse sotto la copertura di qualcuno del
“Center for Crop Circle Studies”.
Tra i personaggi certamente vanno annoverati anche Douglas Bower e David Chorley, che nel settembre del 1991 vennero presentati dal tabloid “Today” come gli artefici di molti di quei cerchi nel grano che da circa un decennio campeggiavano nelle campagne dell’Inghilterra meridionale.
Mentivano? O erano realmente loro gli artefici di tutti quei cerchi nel grano? Perché vennero allo scoperto? Perché il “Today” alla fine del famoso articolo “Man who conned the world” scriveva “Copyright MBF Services”? Chi o cosa era questa MBF?
Una storia ricca di retroscena e di particolari finora sconosciuti al grande pubblico.
Infine molte pagine del libro sono dedicate alle presunte origini cronologiche di questo fenomeno, inseguendo le più originali teorie ed ipotesi in un affascinante viaggio a ritroso nel tempo, dal Seicento, ai Rotolo del mar Morto, al libro dei morti egizio, alla Genesi e più giù fino al neolitico e al tardo pleistocene.
A maggior ragione un testo di storia, che attraversa i tempi, pone interrogativi e suscita riflessioni, ma senza nulla concedere al sensazionalismo.
Uno studio sistematico e razionale del fenomeno dei cerchi, in cui – grazie ad un approccio storico, metodico, scientifico – saranno i fatti stessi a parlare. Si addiviene così ad una ricomposizione cronologica di dati e fatti in precedenza non sufficientemente organizzati e non adeguatamente raccontati o documentati.
Il testo è un’indagine scientifica, basata sul complesso reperimento di documentazione originaria, specialistica e qualificata. Una indagine il cui fine è quello di giungere ad una ricostruzione storiografica esaustiva e onesta, puntuale e attendibile, che possa costituire il fondamento di qualsiasi successivo giudizio e di qualsiasi analisi concettuale o speculativa. Come quella, che è una suggestione dell’autore stesso, secondo cui i cerchi nel grano
possano essere nati dieci anni prima di quella che è considerata la loro datazione ufficiale, quindi verso la metà degli anni sessanta. Non in Inghilterra ma nel Queensland, in Australia…
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