Gianfranco Rao
2 Settembre 2013 da stefaniaramo
Gianfranco Rao nasce fra aghi e fili. Il padre apparteneva a quella talentuosa generazione di sarti
che ha reso possibile il mito del Made in Italy nel mondo. Da bambino gli appariva enorme la forbice del “tagliatore” e pesantissimi i ferri neri da stiro. Lo divertiva sbirciare lo “strappo” teatrale della manica della giacca alla fine della “seconda prova”. Era affascinato dall’atmosfera operosa della sartoria.
Gli è rimasta dentro l’immagine dei sarti più giovani che, anche di sera, sedevano sull’alto e lungo banco
del “tagliatore” e con le gambe accavallate a penzoloni restavano ore e ore curvi sul loro cucito.
Da qui nasce il suo grande rispetto per “il manufatto”.Toccare una bella stoffa rimane un’emozione.
Di fronte ad un capo benfatto è forte la tentazione di scomporlo in ogni sua parte, per conoscerlo meglio.
Dopo il diploma da Perito Tessile inizia a metà degli anni ’60 a fabbricare una “linea” propria. E porterà le sue camicie e le sue cravatte nelle più prestigiose vetrine di mezzo mondo. Partecipa fin dall’inizio della manifestazione a “Pitti Uomo” a Firenze e a “Uomo Moda” a New York e Los Angeles.
Apre una serie di negozi, a Milano, in altre città italiane ed estere, di cui tre a New York e uno a Miami.
Questo sino alla fine degli anni ’90. Oggi si occupa dei due negozi storici di famiglia a Torino e continua con passione a scegliere e a farsi costruire tutti i capi di abbigliamento che consiglia nei suoi negozi.
che ha reso possibile il mito del Made in Italy nel mondo. Da bambino gli appariva enorme la forbice del “tagliatore” e pesantissimi i ferri neri da stiro. Lo divertiva sbirciare lo “strappo” teatrale della manica della giacca alla fine della “seconda prova”. Era affascinato dall’atmosfera operosa della sartoria.
Gli è rimasta dentro l’immagine dei sarti più giovani che, anche di sera, sedevano sull’alto e lungo banco
del “tagliatore” e con le gambe accavallate a penzoloni restavano ore e ore curvi sul loro cucito.
Da qui nasce il suo grande rispetto per “il manufatto”.Toccare una bella stoffa rimane un’emozione.
Di fronte ad un capo benfatto è forte la tentazione di scomporlo in ogni sua parte, per conoscerlo meglio.
Dopo il diploma da Perito Tessile inizia a metà degli anni ’60 a fabbricare una “linea” propria. E porterà le sue camicie e le sue cravatte nelle più prestigiose vetrine di mezzo mondo. Partecipa fin dall’inizio della manifestazione a “Pitti Uomo” a Firenze e a “Uomo Moda” a New York e Los Angeles.
Apre una serie di negozi, a Milano, in altre città italiane ed estere, di cui tre a New York e uno a Miami.
Questo sino alla fine degli anni ’90. Oggi si occupa dei due negozi storici di famiglia a Torino e continua con passione a scegliere e a farsi costruire tutti i capi di abbigliamento che consiglia nei suoi negozi.
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