Agenzia Promoter: intervista a Vittorio Sgarbi in occasione della conferenza su Mattia Preti alla “Milano Art Gallery” in data giovedì 19 settembre 2013
24 Settembre 2013 da ufficiostampa
1) Quali sono le principali caratteristiche distintive dello stile pittorico di mattia preti?
Come ho spiegato anche nel mio libro “Mattia Preti” di recente pubblicazione, lo considero un pittore di spessore internazionale, davvero molto talentuoso, un’artista autorevole e onorevole, che ha ampiamente meritato l’acclarato successo ottenuto nel suo lungo percorso nel mondo dell’arte.
Spiccano la ricca produzione dedicata all’iconografia religiosa e l’intensa serie di ritratti femminili, che ne contraddistinguono la peculiare ricerca stilistica.
2) In che modo Caravaggio ha influenzato lo stile di Preti?
Preti ha vissuto e lavorato nel seicento, il secolo di Caravaggio, che era un grande maestro e mentore e ne ha assorbito l’influsso del carisma artistico come poi altri artisti vissuti in quel periodo. Dunque, nella sua evoluzione di ricerca stilistica ha applicato canoni affini all’orientamento derivante da tale influsso con anche una rivisitazione sua propria però.
3) Elementi di affinità ed elementi di diversificazione tra Preti e Caravaggio;
Entrambi sono accomunati da uno stile pittorico in cui emerge la commistione di vita e opere, quel senso di natura tormentata, di irrequietudine esistenziale e violenza impresso nei dipinti. Entrambi poi hanno svolto l’attività pittorica anche a Malta, diventando cavalieri dell’ordine di malta. In Preti però si evince una componente di suggestione teatrale e di spettacolarità della scena riprodotta molto più marcata. Ecco perché sostengo che Preti sia stato il teatro della vita rappresentata da Caravaggio e a buon conto si può definire l’ultimo vero e indiscusso caravaggista.
4) Se dovesse allineare Preti ad una corrente moderna o ad un artista contemporaneo?
Non è possibile fare alcun confronto a paragone con il panorama artistico attuale, non si possono trovare delle analogie e similitudini con artisti e movimenti contemporanei. Preti ha rappresentato un modo di fare e concepire l’arte suo particolare, con un’identità così ben delineata e definita, che è rimasta unica e non ripetibile.
5) Nella recente mostra su Preti allestita a Taverna e da lei curata compare anche il riferimento a Luca Giordano, perché questa scelta in parallelo al Caravaggio?
La mia è stata una scelta di riferimento mirata e strategica, poiché ho affiancato Preti a due nomi così altisonanti e più popolari all’opinione pubblica per dare ancora più risalto al suo percorso artistico. Attraverso il confronto stringente con il pittore napoletano Giordano si evidenzia la teatralità di Preti.
6) Come è nato questo evento di presentazione del libro su Mattia Preti, previsto per giovedì 19 settembre, presso lo storico contesto della “Milano Art Gallery” nel calendario di “Cultura Milano.it”?
Sono stato intercettato da Salvo Nugnes, che organizza importanti eventi e iniziative artistico culturali in questo spazio milanese e ho accolto molto volentieri il suo invito. Sono davvero compiaciuto di poter presentare questo artista anche in tale contesto.
7) È già stato in questa galleria milanese in altre occasioni?
Proprio alla “Milano Art Gallery” ho curato io la prestigiosa mostra personale dedicata a Gillo Dorfles, decano ultracentenario dei critici italiani ed emblematico maestro d’arte, che ha ottenuto consensi unanimi.
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