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Il crollo dell’oro e il suo recupero

8 Maggio 2013 da comproorosoldisubito

Dopo il crollo di due settimane fa il prezzo dell’oro ha già recuperato il 10% del valore perso, un andamento simile è difficilmente inquadrabile nelle logiche matematiche dei grafici di borsa di breve periodo è sono sintomo di una quotazione che vive di contraddizioni che però non derivano tanto dall’instabilità dell’oro come bene d’investimento bensì dai prodotti finanziari utilizzati in borsa per comprare o vendere oro. Da quando nel 2008 il prezzo aureo ha cominciato a correre si sono moltiplicati i prodotti finanziari con i quali è possibile acquistare oro come mezzo d’investimento, Etf, certificati, azioni di società d’estrazione e quant’altro hanno invaso il mercato azionario assegnando quote del prezioso metallo, tale metodologia ha avvicinato il prezioso bene rifugio agli altri metodi d’investimento più classici ma ne ha anche aumentato la sua volatilità in borsa. Analizzando il crollo dell’oro di due settimane fa si nota che le quote d’oro vendute che hanno portato al crollo del prezzo in pochi giorni erano investimenti Etf, al contrario rimane forte ed in crescita costante la domanda di oro fisico, come testimoniato da molti mercati importanti; da quello Statunitense dove sono state vendute quote record di monete d’oro American Eagle, a quello Cinese e Indiano dove i mercati sono addirittura in affanno e i fornitori non riescano a soddisfare la domanda, tanto da dover essere necessario pagare un sovraprezzo sulla quotazione ufficiale per riuscire a comprare oro fisico. Questa forte divergenza tra investimenti in oro fisico e il cosiddetto oro cartaceo mette in risalto il permanere della fiducia degli investitori nel prezioso bene rifugio e allo stesso tempo evidenzia il perpretarsi di un clima di sfiducia generale nei prodotti d’investimento finanziari classici, la corsa all’oro fisico continua ad essere sostenuta anche dalle banche centrali dei paesi in crescita economica come la Russia e la Turchia oltre all’onnipresente Cina per la quale l’aumento costante delle proprie riserve auree rimane un priorità inderogabile. Con questi presupposti i molti che già avevano gridato al definitivo crollo del prezzo dell’oro, almeno nel breve periodo, hanno sufficienti argomentazioni per riconsiderare con più prudenza le proprie previsioni, anche se il crollo e il recupero del 10% del valore perduto in due settimane rimane un andamento alquanto anomalo e indecifrabile per quanto riguarda gli sviluppi futuri del prezzo dell’oro in borsa nel breve periodo.

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