L’originale installazione di Joshua Hadar presentata da Paolo Bolpagni allo Starhotels E.c.ho. di Milano
18 Aprile 2013 da ufficiostampa
L’evento si svolge presso lo Starhotels E.c.ho. in Viale Andrea Doria 4 a Milano
Alla presenza di Elisabetta Fabri presidente e Ad di Starhotels, Paolo Bolpagni, esperto curatore artistico e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, presenta l’originale creazione “Constellation Bonzai” del poliedrico Joshua Hadar, nel contesto dell’esclusivo Starhotels E.c.ho. in Viale Andrea Doria 4, a Milano. L’evento si svolge in data Giovedì 11 Aprile 2013, alle ore 18.30 e vedrà la presenza di noti personaggi della cultura e dello spettacolo.
Hadar è un artista newyorkese attratto dalla scultura in metallo per la sua fluidità strutturale e la mancanza di rigorose regole stilistiche. I suoi primi lavori sono realizzati con materiali da costruzione, recuperati dalle strade di New York e biciclette rotte.
“Constellation Bonzai” è realizzata con acciaio al carbonio e centinaia di spezzoni di tubo industriale saldati insieme. Il risultato è una composizione a forma di albero, contenuta come un bonsai illuminato da oltre 110 led nascosti tra i rami. Le luci sono alimentate da due pannelli fotovoltaici inseriti alla base delle strutture. Di giorno i pannelli trasformano e convertono la luce solare direttamente in energia elettrica che viene immagazzinata. Così, al calar della sera, sensori crepuscolari danno l’impulso per illuminare l’albero e all’alba gli stessi sensori la spengono.
L’energia solare che, è la fonte primaria di energia sulla Terra e rende possibile la vita, in un ciclo immutato, diventa un mezzo anche per creare arte. “Constellation Bonzai” è un inno alla vitalità, alla continuità, all’infinito.
Paolo Bolpagni sul concetto di arte afferma “L’arte è un linguaggio, una modalità espressiva e comunicativa, in cui giocano una parte importante il pensiero e l’emozione. Per fare arte occorre sapere che cosa dire e come dirlo. L’arte non risponde a una funzione pratica, utilitaristica, ma a un’insopprimibile esigenza che è tipica dell’uomo e che trascende la sua materialità e istintività. L’arte può essere intesa in maniere molto differenti“.
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