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Lido Esercito a San Cataldo. Dopo la denuncia dello “Sportello dei Diritti” arriva il verdetto dei cittadini dalla rete

18 Aprile 2013 da dagata

Lido Esercito a San Cataldo. Dopo la denuncia dello “Sportello dei Diritti” arriva il verdetto dei cittadini dalla rete. Si demoliscano gli edifici e diventi una spiaggia libera se non può essere recuperata in tempi urgenti dal Ministero della Difesa.

Dopo la denuncia dello  “Sportello dei Diritti”, sullo stato di abbandono del “Lido Esercito”

nella marina leccese di San Cataldo, per la quale da una parte accogliamo con favore la replica dei vertici della Scuola della Cavalleria” che hanno voluto precisare l’impegno per il recupero del “bagno” e dall’altra ha avviato il lancio di una serie di proposte per indicarne il destino, arriva una sorta di verdetto dei cittadini che in tanti attraverso internet sui giornali online o le mail inviate al sito dello  “Sportello dei Diritti” hanno inteso presentare le loro opinioni.

La più ricorrente è la seguente: “se non è possibile recuperarlo in tempi brevi, si demoliscano immediatamente le fatiscenti strutture per renderlo una spiaggia libera e per farlo ritornare nel patrimonio comune di tutti i leccesi”.

Non è assolutamente piaciuta, infatti, in quanto assai singolare, la proposta del Comune di Lecce, peraltro ente incompetente in quanto il tratto di territorio in questione è ricompreso nel feudo di quello di Vernole, di richiederne la gestione o il trasferimento da parte del Ministero della Difesa per un affidamento a  soggetti privati individuati dalla stessa amministrazione comunale.

Ciò anche per evitare il benché minimo dubbio che dietro un’operazione in apparenza assai positiva ma che rischia di apparire anche ai profani come una forzatura, si vogliano favorire i soliti noti o gli amici degli amici.

In tal senso, Giovanni D’Agata, fondatore dello  “Sportello dei Diritti”, si fa portavoce delle perplessità della stragrande maggioranza dei leccesi che sono soliti bagnarsi nelle acque della baia della frazione cittadina perché per la prima volta si potrebbe paventare la possibilità, in controtendenza con la “privatizzazione”

delle spiagge avviata negli ultimi anni sulle coste salentine, di restituire un tratto di costa ai leccesi. Sempre che, al contrario, il Ministero della Difesa possa trovare una soluzione urgente a ripristinare i luoghi e a renderli comunque fruibili già per la prossima stagione estiva.

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