Il cohousing, l’abitare anticrisi
11 Gennaio 2013 da gferrini
Cohousing: letteralmente significa la condivisione di tutte quelle attività legate alla vita familiare. Cohousing significa vivere in complessi residenziali nei quali i nuclei familiari, ciascuno con il suo appartamento, condividono servizi e spazi comuni: sala per riunioni, cucina, lavanderie, sale giochi per bambini. Possono esser presenti anche micronidi, laboratori per il fai da te, auto in comune, palestre, stanze per gli ospiti, orti e giardini. Parte dello spazio può anche essere dedicato a botteghe e studi professionali realizzando, a tutti gli effetti, non solo cohousing ma anche co-working. Il cohousing non è un’utopia, ma l’esperienza di migliaia di persone in tutto il mondo che hanno scelto di vivere dunque in una comunità residenziale a servizi condivisi. Il cohousing nasce in Scandinavia negli anni Sessanta ed è diffuso soprattutto in Inghilterra, Danimarca, Svezia, Olanda, Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone.
Le motivazioni che portano alla coresidenza sono l’aspirazione a ritrovare dimensioni perdute di socialità, di aiuto reciproco e di buon vicinato, anche allo scopo di ridurre la complessità della vita, dello stress e dei costi di gestione delle attività quotidiane.
Le comunità di cohousing combinano l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi con benefici dal punto di vista sia sociale che ambientale per le famiglie e i single che hanno deciso di vivere come una “comunità di vicinato”. Tale formula, indipendentemente dalla tipologia abitativa, consente di accedere, attraverso la condivisione, a beni e servizi che per il singolo individuo possono rappresentare un alto costo. La condivisione di beni e servizi consente di risparmiare sul costo della vita perché si riducono gli sprechi (il costo dei beni acquistati collettivamente è minore) ed il ricorso a servizi esterni.
Come funziona il cohousing? Gli abitanti di solito partecipano direttamente alla progettazione del “villaggio” in cui andranno ad abitare, scegliendo i servizi da condividere e come gestirli. La comunità sono “elettive”, “si scelgono”: aggregano persone che scelgono di formare un gruppo promotore e si consolidano con la formazione di una visione comune. Nelle comunità di cohousing si definiscono responsabilità e ruoli di gestione degli spazi e delle risorse condivise (in genere in relazione agli interessi e alle competenze delle persone), ma nessuno esercita alcuna autorità sugli altri membri; le decisioni sono prese sulle base del consenso. Le comunità sono amministrate direttamente dagli abitanti, che si occupano anche di organizzare i lavori di manutenzione e della gestione degli spazi comuni. Da non sottovalutare il fattore sicurezza: il cohousing tende ad essere un ambiente sicuro, con forme alte di socialità e collaborazione, particolarmente idoneo per la crescita dei bambini e per la sicurezza dei più anziani.
Fonte: CercaCasa.it
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