Febbre del Nilo Occidentale in Italia: confermati altri sei casi, a rischio ora anche le province di Pordenone e Gorizia
1 Novembre 2012 da dagata
Pochi mesi fa c’era stata la prima vittima della febbre del Nilo Occidentale in Italia da quando il virus era stato debellato. Si sperava in un caso isolato, ma le autorità sanitarie hanno ammesso in questi giorni che non è così. Il virus infatti, trasportato da alcune zanzare infette, si è spostato verso Nord, ed ha fatto due nuove vittima a Pordenone e a Gorizia. La malattia, che può portare alla meningite, è stata individuata anche nell’area di queste due ultime provincie ed a Venezia, dove sono state sospese le donazioni, visto che proprio tramite trasfusioni di sangue è possibile trasmettere il virus. I sintomi sono influenza con febbre alta e cefalea, dolori alle ossa e sensazione di malessere generale, e raramente la malattia sfocia in meningite. Potrebbe dunque scattare a breve il piano di sorveglianza per monitorare la diffusione del contagio. A rischio ci sono molte città: oltre le province di Pordenone e Gorizia appena colpite che hanno confermato due casi, altri quattro casi sono stati confermati nelle province con segnalazioni precedenti e cioè due a Venezia e due a Treviso. Complessivamente i casi confermati in Italia sono diciassette.Ulteriori informazioni sull’infezione da West Nile in Italia (province di Olbia e Sassari) sono disponibili presso l’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna.
Inoltre a partire dal 27 settembre 2012, sono stati segnalati nell’UE 204 casi umani di febbre del Nilo occidentale e 461 casi nei paesi limitrofi.
Dall’ultimo aggiornamento, la Grecia ha rilevato dieci nuovi casi, un caso probabile dalla prefettura di Arta, otto da zone con segnalazioni precedenti (uno a Attiki, due a Drama, uno a Imathia, due a Kavala, uno a Lefkada, uno a Thessaloniki ) appena colpita la regione la provincia di Aitoloakarnania il cui caso deve essere confermato.
In Ungheria, sono stati segnalati quattro nuovi casi, tre nelle contee appena colpite di Baranya, Vas e uno a Csongrad.
Nei paesi vicini, Croazia ha segnalato un nuovo caso autoctono a Osjecko-baranjska, una contea con segnalazioni precedenti. Inoltre, altri casi dalle contee Osjecko-baranjska e Vukovarsko-srijemska già segnalati come casi probabili sono ora identificati come casi confermati.
Nell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, i primi quattro casi sono stati segnalati nella regione Skopje e i comuni di Krusevo, Lipkovo e Struga.
Israele ha segnalato nove nuovi casi nei distretti con segnalazioni precedenti (tre a Haifa, due nel Nord, tre nel sud, uno a Tel Aviv ).
Il Kosovo ha riferito attraverso EpiSouth tre nuovi casi, due nelle regioni colpite appena di Kosovsko-Pomoravski e Prizremski e uno nella regione di Kosovski (Pristina), un’area con segnalazioni precedenti.
La Federazione russa ha segnalato quattordici nuovi casi nel Oblast con segnalazioni precedenti (cinque a Astrakhanskaya, due a Lipetskaja e sette a Volgogradskaya ).
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, è utile tenere informati in modo chiaro i cittadini, senza creare allarmismi ingiustificati. Ritiene comunque che la situazione vada affrontata in modo serio e complessivo, visto che il territorio nazionale, per le sue caratteristiche, rappresenta in larga misura un habitat ideale per le diverse specie di zanzara. Inoltre si tiene a sottolineare che il virus peraltro non si trasmette da persona a persona. In base ai dati del Centers for Diseases Control and Prevention, il Cdc di Altlanta, negli Usa, la letalità della malattia, nelle forme di tipo meningo-encefalitico, può variare tra il 3% e il 15%.
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