Arrivano in Svizzera e alloggiano in campeggio con le tende i disoccupati dell’UE
1 Novembre 2012 da dagata
Arrivano in Svizzera e alloggiano in campeggio con le tende i disoccupati dell’UE Greci, Italiani, Portoghesi e Spagnoli, non per fare vacanze ma per cercare lavoro
Quotidianamente lo “Sportello dei Diritti” riporta tutti i segnali diretti ed indiretti della crisi anche per dimostrare come, nonostante un governo tecnico che doveva farci uscire dall’emergenza, la situazione pare aggravarsi giorno dopo giorno specie per la classe media e per chi è già sotto la soglia della povertà se si riprende ad emigrare come non si faceva da decenni.
Un’ulteriore conferma è data dalla vicina Svizzera, che è ritornata ad essere terra verso la quale si dirigono imponenti flussi migratori di cittadini in cerca di lavoro nei momenti di maggiore difficoltà per le economie dei paesi europei in particolare di quelli dell’Europa meridionale.
Proprio in questi giorni, infatti, l’Associazione dei servizi cantonali di migrazione nella persona del presidente, David Keller ha confermato che sarebbero sempre più numerose le persone uomini, donne e famiglie intere che arrivano dai cosiddetti PIGS (acronimo di Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) e alloggiano temporaneamente nei campeggi dei diversi cantoni: dal Canton Svitto dove Keller è direttore dell’Ufficio Immigrazione sino a Zurigo.
A testimoniare questi nuovi arrivi alla ricerca di un’occupazione anche il direttore dell’Ufficio per l’Economia e il Lavoro di Basilea città, Hansjürg Dolder, secondo il quale sono giunte numerose mail nelle ultime settimane provenienti da cittadini dei paesi dell’Ue più gravemente colpiti dalla crisi per ricevere informazioni generiche sul mercato del lavoro e sulle condizioni di vita in Svizzera.
Ad oggi, non è dato sapere quale sia la consistenza effettiva di tali nuovi flussi anche perché se i disoccupati soggiornano in Svizzera meno di tre mesi non necessitano di alcun permesso di soggiorno ed è per tale ragione che almeno in un primo momento i nuovi migranti non si preoccupano di ottenere un permesso e solo pochi si rivolgono agli uffici del lavoro.
Se quindi i dati ufficiali non sono in grado di fotografare oggettivamente l’entità del fenomeno degli immigrati senza lavoro che non è ancora considerato di massa come ha tenuto a precisare il direttore dell’Ufficio federale della migrazione svizzero Gattiker, vi è da specificare, secondo Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” che almeno empiricamente la questione inizia a preoccupare se i media elvetici ne iniziano a parlare ed i partiti politici conservatori hanno chiesto al Consiglio federale di estendere la clausola di salvaguardia anche ai permessi di soggiorno di un anno.
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