Che fine fara’ il nuovo nei prossimi mesi? Battuta d’arresto o segnali di ripresa?
22 Febbraio 2012 da Daniela
Mentre il mercato dell’auto statunitense continua a lanciare segnali positivi sul fronte della ripresa e del rinnovamento dei prodotti disponibili, incerte restano le condizioni in Europa. In Italia, in particolare, benche’ si sia registrato, nel mese di gennaio, un lieve aumento con circa 137.119 autovetture immatricolate, l’affanno del nuovo e’ ancora evidente. Ma quali prospettive per i mesi futuri? Riusciranno i nuovi incentivi e le misure del pacchetto sviluppo varato dal governo Monti a favorire la crescita del settore automobilistico e riaccendere negli italiani il desiderio di riacquistare? Nel clima incandescente in cui siamo immersi, con i disperati tentativi di risolvere la crisi economica, con i prezzi del carburante alle stelle, con i blocchi dei tir e gli scioperi dei benzinai all’orizzonte, quali conseguenze delle annunciate liberalizzazioni, i pronostici sembrano essere tutt’altro che positivi. A tradire la sfiducia vi e’,pero’, un dato confortante da non sottovalutare. Gia’nel rapporto automobile 2011 ACI-Censis, il segmento di coloro i quali si dichiarano disponibili ad acquistare auto nuove nel corso del prossimo anno e’in crescita. Benche’ si attesti ancora alta la percentuale di chi cerca di spremere l’auto fino alla sua definitiva consunzione, il desiderio di optare per il nuovo e’, infatti, quattro volte superiore all’ipotesi usato. Una cosa e’ certa la ripresa, per poter durare nel tempo, necessita di alcune premesse, in primo luogo- come sottolineato dal presidente uscente dell’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), Jacques Bousquet- di politiche fiscali ed ambientali in grado di avvicinare l’Italia agli standards gia’conseguiti dagli altri Paesi. Per quanto riguarda il primo aspetto, dai dati sull’immatricolazione che fanno riferimento allo scorso mese e che riprendono un po’ l’andamento dell’economia, emerge ancora un forte gap tra nord e sud. L’Italia meridionale ed insulare evidenzia un calo del 27%, effetto delle difficolta’ strutturali, della pressione fiscale (in particolare delle salatissime tariffe RC auto) e della sempre piu’crescente disoccupazione, diffusa soprattutto tra le fasce di popolazione giovane. Ed invece é proprio ai giovani che bisognerebbe guardare poiché rappresentano il vero motore dei consumi e quindi i potenziali fautori della ripresa. Ed ai giovani, sempre attenti ed interessati ai nuovi trend, nonche’ sensibili alle tematiche ambientali, che si rivolgono anche le case automobilistiche proponendo prodotti sempre piu’innovativi ed eco-sostenibili. A proposito di trend,sempre dai dati di gennaio emerge che sono le auto a grossa cilindrata ed, in particolare l’automobile S.U.V. , a tenere testa anzi si registra persino un aumento di circa l’8% rispetto allo scorso anno. Buone notizie anche sul fronte ambiente. Seppur lieve, si è avuta una riduzione delle emissioni di CO2, forse sintomo di un crescente entusiasmo verso il nuovo, quello in grado di coniugare gusti ed esigenze individuali con una maggiore sensibilita’verso l’ambiente. Insomma piccoli segnali che pero’lasciano ben sperare.
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