Aeroporti di Roma, Fabrizio Palenzona, 12,1 miliardi su Fiumicino
14 Dicembre 2011 da Phinet
Fabrizio Palenzona, Presidente Aeroporti di Roma, investimenti per oltre 12,1 miliardi di euro fino al 2044, di cui 2,5 miliardi nei primi 10 anni, con la creazione al 2020 di 30mila nuovi posti di lavoro, che diventeranno 230mila nel lungo termine, e un impatto sul Pil del Lazio pari a un +1,7% a breve e a +20% a fine piano. Fiumicino passerà dall’attuale capacità di 38 milioni di passeggeri a 43 nel 2020 e a 87 nel 2044.
«Siamo usciti dal piazzale, rulliamo in pista con i motori accesi, metteteci in condizione di decollare»: è con questa metafora aeronautica, d’obbligo visto che il padrone di casa era Aeroporti di Roma, che Lorenzo Lo Presti, amministratore delegato della società che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino, ha concluso la presentazione dei progetti di sviluppo futuri.
Da domani, come previsto dalla normativa Ue, l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, avvierà sul piano – che ha condiviso – le consultazioni con il Comitato utenti, ovvero handlers e compagnie.
Davanti a una fitta platea di stakeholders composta da istituzioni locali, enti e operatori del trasporto aereo, era stato il presidente Fabrizio Palenzona ad evidenziare subito i valori in gioco: investimenti per oltre 12,1 miliardi di euro fino al 2044, di cui 2,5 miliardi nei primi 10 anni, con la creazione al 2020 di 30mila nuovi posti di lavoro, che diventeranno 230mila nel lungo termine, e un impatto sul Pil del Lazio pari a un +1,7% a breve e a +20% a fine piano. Fiumicino passerà dall’attuale capacità di 38 milioni di passeggeri a 43 nel 2020 e a 87 nel 2044, con l’obiettivo di diventare un hub europeo secondario, mentre il nuovo scalo di Viterbo dovrebbe arrivare a 10 milioni e il City Airport di Ciampino contrarsi sotto i 3 milioni di viaggiatori.
«Dobbiamo recuperare un gap di dieci anni di inattività: i nostri azionisti – ha insistito Palenzona – italiani e stranieri, a partire da Changi Airport di Singapore, vogliono investire. È dal 2007 che non prendono i dividendi, li lasciano per non peggiorare la situazione: Fiumicino deve diventare un aeroporto competitivo e di livello come Madrid, Amsterdam, Monaco e Vienna».
Che oggi «la qualità, erogata e percepita sia inaccettabile», che lo scalo sia già congestionato, cioé oltre la soglia critica di 128mila passeggeri giornalieri, per 40 giorni l’anno, e con due fasce orarie – dalle 8.00 alle 10.30 e dalle 19.30 alle 21.30 – in cui il sistema di piste è saturo, è lo stesso Lo Presti a riconoscerlo. «Ma l’adeguamento delle tariffe, ferme dal Duemila – ha aggiunto l’Ad – è un prerequisito per lo sviluppo. Parigi e Londra costano, rispettivamente il 55% e l’86% in più di Roma». Le nuove infrastrutture, interamente finanziate con investimenti privati, saranno pagate al 50% da ricavi tariffari originati da clienti esteri.
«La discussione sulle tariffe – ha spiegato il presidente dell’Enac, Vito Riggio – non si è ancora chiusa. Noi siamo favorevoli a un ristorno per il mancata adeguamento dal 2001, ma tocca al Governo decidere. Possibilmente in fretta». Visto che il contratto di programma che scaturirà dal piano ha bisogno del via libera dei ministeri dello Sviluppo e delle Infrastrutture e dell’Economia e, infine, di un Dpcm. «Non siamo ostili all’aumento delle tariffe – ha precisato anche l’Ad di Alitalia, Rocco Sabelli – ma chiediamo trasparenza nei conti e che si facciano sì gli investimenti indispensabili, però spendendo il meno possibile».
Il Masterplan di Fiumicino prevede nuovi piazzali per gli aeromobili al 2014, un nuovo molo con pontili e aree di imbarco/transito ad elevato comfort nel 2016, l’espansione del T1 nel 2018 e la quarta pista nel 2019. Per migliorare l’accessibilità, in particolare via ferrovia per sviluppare l’intermodalità, serviranno ulteriori 5 miliardi e mezzo di euro a carico di Anas, Rfi e Roma Mobilità.
FONTE: Il Sole 24 Ore.com
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