Flavio Cattaneo, Terna alza utili e dividendo anche grazie alle rinnovabili
26 Settembre 2011 da Phinet
Terna, AD Flavio Cattaneo, è tra le società più amate dai fondi di investimento. E il motivo è presto detto: perché ogni anno alza il monte dividendi, convincendo in questo modo le istituzioni finanziarie a metterla nel loro portafoglio titoli. Facendo salire così la quotazione in Borsa.
Un circolo, in questo caso, virtuoso che si è ripetuto anche per il 2010, come dimostrano i numeri forniti ieri dal presidente Luigi Roth e l’ad Flavio Cattaneo, entrambi in cerca del loro terzo mandato. Giusto per presentarsi bene all’appuntamento, va detto che Terna ha presentato risultati record: ricavi in crescita del 14,3% a 1,58 miliardi, margini in salita del 17,1% a 1,17 miliardi e, manco a dirlo, utile netto che è incrementato del 31,8% a 466 milioni. Da qui, un’ulteriore crescita del dividendo proposto che è pari a 21 centesimi per azione (+10,5% rispetto a un anno fa).
Del resto, Terna è di suo una macchina da soldi: gestendo la rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione ha un monopolio di fatto. La capacità del management è stata quella di averla resa più efficiente, aumentato gli investimenti da quando è stata staccata proprietariamente da Enel e aver indovinato alcune operazioni. Ad esempio, l’acquisizione di una rete elettrica in Brasile che è stata venduta con ricca plusvalenza, così come è avvenuto per la creazione di una società per la gestione di impianti fotovoltaici realizzati attorno alle aree di proprietà di Terna, attorno ai tralicci e venduta a un fondo di investimento con una plusvalenza per 204 milioni di euro. Anche grazie a queste operazioni, Terna ha distribuito in sei anni 2 miliardi di dividendi, con un incremento medio annuo del 10%.
In ultimo, va ricordato che la redditività di Terna è legata alla quantità di investimenti – così come è previsto da alcune delibere dell’Autorità dell’energia – e non deve quindi stupire se è aumentato l’indebitamento netto a 4,7 miliardi rispetto ai 3,7 di un anno prima. Ma questo è anche il frutto "dell’accelerazione degli investimenti per lo sviluppo della rete che raggiungono i 1.671,7 milioni di euro (+30%), per oltre mille chilometri di nuovi elettrodotti e 48 nuove stazioni".
Fonte: Repubblica Luca Pagni
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