Ansia e Cinematerapia: quando il thriller diventa cura!
4 Febbraio 2009 da ermanno gioacchini
Nuove forme di terapia breve, assolutamente centrate sulle risorse della persona, che fanno ricorso a strumenti quali il cinema od il teatro, oramai da diversi anni aprono una ampia discussione teorica sul modo di risolvere i problemi delle persone. L’Atelier di Drammaterapia Liberamente promuove il 13 marzo 2009 una conferenza-dibattito su questo tema aperta al pubblico ed ai professionisti del settore
“Il meccanismo creatore delle immagini cinematografiche è, a causa del suo funzionamento, quello che, fra tutti i mezzi di espressione umana, richiama meglio il lavoro dello spirito durante il sonno. Il buio che invade a poco a poco la sala equivale all’azione di chiudere gli occhi. E’ allora che comincia sullo schermo e a fondo dell’uomo l’incursione notturna dell’inconscio; le immagini come nel sogno compaiono e scompaiono, il tempo e lo spazio cronologico e i valori relativi di durata non corrispondono più alla realtà” (Bonuel)
Il processo cognitivo ed affettivo che cura nella visione di un film che si utilizzi per questo scopo può essere spiegato attraverso recenti studi e teorie sulla creatività. Queste, asserisce la ricercatrice americana dott.ssa Birgit Wolz, che da anni pratica la cinematerapia, suggeriscono che il fattore terapeutico passi per sette diversi tipi di "informazioni" che lei ha individuato. Gli studi effettuati in proposito ci dicono che maggiormente noi abbiamo accesso a queste informazioni, più velocemente noi possiamo apprendere a risolvere i nostri conflitti. Assistere alla proiezione di un film riassume tutti e sette queste modalità o canali informativi: logico-formale (la trama), linguistico (i dialoghi), visuale-spaziale (le immagini, i colori, i simboli), cenestesico (i movimenti), musicale (i suoni e le musiche), interpersonale (lo storytelling) ed intrapsichico (il dialogo interno). Nel suo libro, l’autrice di “E-Motion Picture Magic”, scientificamente, ricalcando il pensiero di Bonuel citato all’inizio, vuole dimostrare che “…l’’osservazione di un film ha un effetto magico, più di qualsiasi altro mezzo di narrazione; i film hanno la potenza di dipingerci fuori da noi stessi e nell’esperienza dei loro personaggi. Allo stesso tempo è spesso più facile mantenere una distanza o una prospettiva sana durante l’osservazione di un film di quanto lo sia in situazioni di vita reali” e sarebbe questo che nel contesto di una qualsivoglia psicoterapia darebbe luogo a processi di trasformazione e guarigione. L’identificazione che ha luogo con un personaggio dunque aiuterebbe a sviluppare una energia interna, dato che richiamiamo risorse profonde dimenticate e a diventare consapevoli dell’opportunità giusta per l’applicazione di quelle stesse risorse.
La cinema terapia costituisce uno dei moduli d’insegnamento nei laboratori teatrali condotti dall’Atelier di Drammaterapia LiberaMente in Roma. Così ci spiega il direttore dei corsi, E. Gioacchini: “Nel corso di una sessione di cinema terapia, le modificazioni dell’assetto cognitivo-emotivo del soggetto, gli permettono di osservare la propria storia da angolature diverse. La finzione scenica propria della proiezione spinge verso processi di identificazione con le vicende descritte e con i personaggi, ma al contempo sottende implicita una distanza dalla trama lì proposta. In quel particolare setting, l’intervento del conduttore diventa allora espressione di un Io ausiliario che aiuta il processo di comprensione, proprio come nello psicodramma, e suggerisce un dialogo interno al soggetto, riconnettendolo all’attualità della propria vicenda.
“Molti film contengono un messaggio mitico che ci parla delle nostre virtù e del nostro sé autentico” -afferma a questo proposito Birgit Wolz- “… ed estrarre l’oro in un film significa scoprire i nostri più aspetti migliori, gli attributi nascosti, comprendendo come proiettiamo queste virtù su eroi e su eroine”.
Come asserisce il dr. Gioacchini, i disturbi d’ansia sono fondamentalmente il risultato di un cattivo adattamento alla realtà ed bisogna aver presente che l‘adattamento è costituito da un costante raffronto tra le risorse dell’individuo e le situazioni con le quali arriva a confrontarsi. “Se in questo incontro, la realtà può far trovare momentaneamente perdente il soggetto, nella visione “cinematografica diretta” avverrebbe come una “prova simulata” verso ciò che ci fa paura o non conosciamo o non esprimiamo di noi, ma con l’implicita certezza di essere al sicuro. Proprio questa sensazione di sicurezza, insieme alla graduale esposizione e desensibilizzazione che si opera verso gli stimoli fobici, farebbe della cinematerapia un prezioso strumento di intervento nei disturbi d’ansia, nei disturbi dell’adattamento sociale e nelle varie espressioni di disagio giovanile, fobia sociale, dipendenze, bullismo, ecc.”.
INFO e PRENOTAZIONI. La partecipazione agli incontri è gratuita, su prenotazione alle pagine del sito, telefonando alla segreteria scientifica -tel. 340-3448785- o via e.mail. info.atelier@dramatherapy
Link di approfondimento:Atelier di Drammaterapia Liberamente
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