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Propaganda della manipolazione dell’opinione pubblica in democrazia,

13 Ottobre 2008 da alessio

Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud, figlio della sorella, emigrato a New York in tenerissima età alla fine del 1800 viene considerato insieme a Ivy Lee il fondatore delle Pubbliche Relazioni e più in generale il patriarca della “persuasione occulta”. Prima agente teatrale, poi consulente dell’Ufficio americano per la propaganda durante la Prima guerra mondiale, Bernays capì subito l’importanza decisiva che poteva avere l’uso massiccio e spregiudicato dei media e degli eventi per lanciare un prodotto, un candidato politico o una causa sociale ritenuta giusta. Ben introdotto nelle alte sfere del governo americano, amico di Franklin Roosevelt e soprattutto della First Lady, nonostante Felix Frankfurter, membro della Suprema Corte di Giustizia, anche lui di origine austro-ebraica, lo accusasse di essere un “avvelenatore professionista dei cervelli della gente”, Bernays dominò a lungo la scena della comunicazione negli Usa ed è oggi considerato uno dei cento personaggi più importanti della storia americana.

Le sue campagne che puntavano sulla “manipolazione” dell’opinione pubblica riscossero sempre un notevole successo, anche nei periodi difficili, come dopo la Grande crisi del 1929.
Attento ai mutamenti della sensibilità collettiva, pronto a coglierne le minime sfumature, sapeva utilizzare in modo sinergico durante una campagna pubblicitaria tutto ciò che poteva richiamare l’attenzione del pubblico, dai testimonial, alle nuove tecnologie come la radiodiffusione e, alle soglie degli anni 1940, la televisione, non dimenticando i media più tradizionali e quei fenomeni che potevano avere il maggior impatto sociale. 
Gli aspetti più significativi di quella che oggi viene chiamata la “società della comunicazione” e/o “società dello spettacolo”erano stati individuati e analizzati da Bernays, ben prima di Debord e dei situazionisti. Diversamente da questi ultimi però egli non coltivava utopie rivoluzionarie, anzi era perfettamente integrato nel sistema economico-sociale americano, di cui pur riconoscendone i limiti, apprezzava la sostanziale validità consistente nella grande mobilità sociale, aspetto che aveva consentito il suo folgorante successo.
 Attività e opere di Bernays erano note anche fuori dagli Stati Uniti, come ad esempio in Germania. Nel 1933 Joseph Goebbels rivelò a un giornalista americano che lo stava intervistando, come il libro Crystallizing Public Opinion che Bernays aveva pubblicato nel 1923 fosse stato utilizzato per le campagne politiche dei
 nazional-socialisti. Così per un singolare paradosso della storia un ebreo aveva contribuito all’ascesa al potere di Hitler. Episodio che rivela come l’arma della comunicazione, in tutte le sue forme, sia uno strumento difficile e pericoloso da maneggiare, e le sue ricadute sull’opinione pubblica, soprattutto nei periodi di crisi, non sempre rispondano alle attese.
 
 
Uno degli aspetti più intriganti del lavoro di Bernays concerne l’arte della politica su cui esprime una serie di valutazioni, di grande attualità, che investono le modalità di quella che oggi chiamiamo la “comunicazione politica” e la definizione della leadership. Chi governa deve sapere esercitare l’arte del comando, deve guidare i cittadini e non essere al seguito degli umori dell’opinione pubblica perché la società moderna complessa e caotica esige una leadership forte.
Va sottolineato il rilievo che per Bernays assume questo aspetto della lotta politica in cui dovrebbe emergere chi ha una spiccata personalità, una sorta di “carisma” attraverso il quale, per usare le parole di Max Weber: “egli si distingue dagli uomini comuni come se fosse investito di qualità o poteri soprannaturali, sovrumani o almeno particolarmente eccezionali […] in base ad esse l’individuo in questione viene trattato come un leader”.
Ispirandosi a questo principio Bernays difende il forte ruolo simbolico, quasi mistico, che riveste la figura del presidente nella vita politica degli Stati Uniti, ma si fa anche in qualche modo il mallevadore di scelte politiche autoritarie.
 
 
Edward Louis Bernays
PROPAGANDA
Della manipolazione dell’opinione
pubblica in democrazia
Traduzione di Augusto Zuliani
2008 – pp. 150
Euro 14,00
Logo Fausto Lupetti
Isbn 978-88-95962-05-4
Distribuzione Messaggerie libri

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